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La grande lentezza della Juve, un gioco da assaporare un secondo alla volta. La lentezza, figlia della calma e delle idee chiare. Quanto mi piace la formazione di Max Allegri in quest'ultimo periodo. Impone il ritmo che vuole alle partite, qualunque sia l'avversario. Controlla tutto quello che c'è da controllare nella metà campo avversaria, il gioco come le proprie energie. E poi, quando serve, affonda. Non soffre niente, non soffre mai. In attesa del varco giusto al momento giusto, con quei fenomeni là davanti che sanno sempre cosa fare per portare a casa la vittoria.

 

MAESTRO MIRALEM In questo andamento lento, c'è poi un direttore d'orchestra che si sta finalmente esaltando. È Miralem Pjanic. Ancora un po' fuori contesto nei suoi primi mesi di Juve, non essendo una mezzala naturale né un trequartista autentico. In questo assetto si sta invece rivelando per il grande giocatore che è, proprio grazie alla grande lentezza proposta o imposta da Allegri. Con questo ritmo sa sempre dove farsi trovare per dettare i tempi del gioco bianconero, risultando decisivo anche in fase di non possesso grazie anche alla collaborazione di un altro grande interprete a bassi giri come Sami Khedira. Non serve andare forte per essere i più forti. La Juve lo sta dimostrando alla grande.