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Sabato, nella sede della Lega, Marotta e Lotito si sono parlati benché non si sopportino. Non hanno discusso solo della data della Supercoppa italiana, che si pensava di poter anticipare al 12 agosto (invece è rimasta fissata al 13), ma anche di Keita. Un confronto non lungo, ma che - nelle intenzioni dell’amministratore delegato juventino - avrebbe dovuto aprire la strada a una trattativa. Invece la domenica Lotito ha riposato e il lunedì è partito l’affondo, affidato alle parole ufficiali di Tare e a quelle ufficiose del presidente, scatenati contro i bianconeri.

La concatenazione degli eventi non è casuale. Evidentemente il colloquio con Marotta non ha soddisfatto Lotito, anzi ha alimentato la sua rabbia: ha avuto la conferma che la Juve ha raggiunto l’accordo con Keita e ritiene l’offerta dei bianconeri per il cartellino del giocatore nettamente inferiore alle proprie aspettative e a una valutazione equa. In effetti, mentre i dirigenti della Lazio parlano di proposte da 30, 35 e addirittura 45 milioni, il club campione d’Italia non arriva a 20, forte dell’intesa con il senegalese.

Perciò Lotito ha deciso di rendere pubblico quello che da qualche tempo va dicendo agli amici: la Juve ha contattato il manager di Keita e questo non si può fare. In effetti la pratica, benché comune a quasi tutte le società, è vietata dal regolamento; diventa però quasi impossibile dimostrare che questi contatti ci sono stati.

Una vera e propria guerra, insomma. Difficile capire come potrà finire, facile individuare i motivi di un contrasto così acceso. La contrapposizione tra le parti è totale: questione di carattere, di stile, di modi. A inasprire definitivamente i rapporti fu, tre anni fa, un’infelicissima battuta di Lotito su Marotta, alla quale non fece seguito alcuna scusa. Poi, oggi, la rivalità è diventata aspra anche in politica: la Juve ha concesso il suo fondamentale appoggio a Tavecchio nella corsa alla rielezione in Figc ponendo come condizione che abbandonasse il presidente della Lazio, il quale in Lega è a capo delle medio-piccole, in netta contrapposizione alle grandi di cui la Juve è invece leader.

In mezzo a tutto questo bailamme c'è Keita. Qualcuno, in questa storia, ne uscirà con le ossa rotte. Almeno a livello di immagine.

@steagresti