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Le dichiarazioni di Beppe Marotta sul fronte Keita non devono illudere: l’affare per l’attaccante senegalese della Lazio è tutt’altro che saltato. Il presunto “ritiro” della Juventus dalla corsa al classe ’95, in una trattativa che sembra assumere i tratti di un braccio di ferro infinito, fa anzi parte di una strategia ben precisa.

STAND-BY - Le dirigenze di Juve e Lazio si sono incontrate in occasione della finale di Supercoppa Italiana, con Marotta, Paratici, Lotito e Tare seduti al tavolo per definire il futuro di Keita. La conclusione dell’affare, però, è risultata fin da subito lontana: l’offerta bianconera è ferma a 15 milioni più 5 di bonus, a fronte di una valutazione di 30 milioni da parte del club della Capitale. Tutto in stand-by, com’è ovvio. Perché la Juve, consapevole che il contratto del giocatore con i biancocelesti scadrà nel 2018, è pronta ad aspettare. Come riportato da Calciomercato.com, non vi sarà alcun rilancio, in attesa che Lotito abbassi le proprie pretese sul prezzo di Keita: qualora ciò non dovesse accadere, da Torino sono pronti a far firmare l’attaccante dal 1° gennaio, accogliendolo a costo zero nella prossima stagione.

IPOTESI MOBBING - Intanto, Keita non si è presentato a Formello neanche ieri e ha inviato un certificato alla Lazio: l’attaccante si trova a Barcellona e non ha ancora risposto ai continui inviti da parte del club biancoceleste. In casa Lazio si deve fare i conti, insomma, con un nuovo “caso Zarate”. Società e giocatore, secondo il Corriere dello Sport, potrebbero presto trovarsi di fronte ad un Collegio arbitrale. Lotito può chiedere il pagamento di una multa, la sospensione dello stipendio del giocatore o i danni. Keita, dalla sua, si sente vessato e punta a chiedere la risoluzione del contratto con tanto di denuncia alla Lazio per mobbing.