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Oggi Moise Bioty Kean torna a Torino. L'attaccante classe 2000, dopo il percorso con il settore giovanile della Juventus, ha assaggiato la prima squadra, con esordio in Serie A e Champions League e anche primo gol nella massima serie, nella gara contro il Bologna. Sembrava dovesse restare alla Juve anche in questa stagione, poi, nell'ultimo giorno di mercato, la decisione improvvisa: parte in prestito. E non per l'estero, ma in Serie A, al Verona. Dopo il primo mese di campionato si può già tracciare un primo bilancio della sua avventura, con pro e contro della decisione. E quella promessa...

PRO - Il prestito al Verona fa sorridere la Juve perché gli scaligeri hanno mantenuto le promesse: Kean trova spazio, gioca ed è importante. Per di più, l'ambiente veronese, non facile in questo momento, può essere utile all'attaccante per crescere caratterialmente e maturare. Fin da piccolo, lui è stato abituato a dominare, ad ottenere il massimo quasi senza sforzarsi, a essere il migliore tra i migliori. Capire cosa si prova a non vincere nemmeno dando il massimo, sbattere contro difensori più forti o esperti di lui, assaggiare la frustrazione. Sensazioni negative, che però possono aiutarlo a maturare e capire che per diventare quello che tutti si aspettano non basta il compitino, ma deve dare il 100%.

CONTRO - I contro, sotto certi aspetti, sono l'altro lato della medaglia dei pregi. Non vincere mai, combattere in un ambiente in cui niente funziona e la squadra ha poche idee e poca cattiveria può avere un effetto controproducente e scoraggiare anzichè temprare. Per un giovane che deve adattarsi a ritmi diversi, poi, trovarsi in un momento come quello del Verona, che fatica terribilmente anche contro squadre sulla carta di pari livello, non è affatto facile. Serve una reazione extra, un ulteriore sforzo.

LA PROMESSA - Torna in mente quella promessa fatta prima della sfida contro il Bologna: 'Se gioco dieci minuti faccio gol'. Adesso i minuti sono 166 e i gol zero. Come sono cambiate le cose, col cambio di maglia... Un motivo per crescere ancora, capire ancora di più i propri limiti ed esaltare così le proprie qualità. Perché il talento non scompare in un mese e non scompare se la squadra va in difficoltà. Il gioiello della Juve è solo impolverato dalle difficoltà veronesi: basterà pochissimo per tornare a risplendere.

@Edosiddi