commenta
Doveva essere l'uomo in più della Primavera di Fabio Grosso nella corsa allo scudetto di categoria. Era l'uomo più atteso, il ragazzo su cui erano puntati gli occhi di tutta Italia e non solo, chiamato a disputare una Final Eight da protagonista indiscusso. Trascinatore per far capire a tutti il suo enorme valore. Per Moise Bioty Kean, però, le cose sono andate diversamente. Il gol al Bologna l'ha lanciato tra le stelle, la partita contro la Fiorentina lo fa precipitare. Colpa di un rigore indecente per esecuzione e atteggiamento. Sbagliare ci sta, ma in questo modo no. E l'episodio dice molte cose. 

KEAN NON È PRONTO - Il verdetto è molto chiaro: il classe 2000 ha qualità eccezionali, praticamente uniche, ma se non accompagnate da un atteggiamento maturo non possono bastare. E quell'atteggiamento ancora deve essere coltivato, educato. Il gol contro il Bologna ha forse fatto pensare che fosse già in grado di bruciare altre tappe, il rigore contro la Fiorentina dimostra che invece la strada è ancora in salita. Kean ha 17 anni e ha le fragilità di un ragazzo di 17 anni. Con l'aggravante della fama e della notorietà che l'hanno travolto. Perché Kean è al centro del palcoscenico da un po', ma finora aveva sempre recitato la sua parte con attenzione e rispetto. Sia in Under 17 che in Primavera. Stavolta è arrivato il primo, grande e gravissimo errore. Una mancanza di rispetto soprattutto verso i compagni. Non una sentenza, ma un segnale che non si può ignorare.

DICCI CHI SEI - Il prestito è davvero la soluzione migliore. Per crescere e anche sbagliare. Per imparare a stare con i grandi in pianta stabile, a prendersi i rimproveri e a lavorare dietro le quinte. Deve dimostrare di poterlo fare, perché la strada verso la gloria è lastricata di sacrifici. E nemmeno con un talento come il suo esistono scorciatoie. Quelle che ci sono portano a finali non graditi. Chiedere a Balotelli per informazioni. Già, Balo, giocatore a cui è stato paragonato spesso e non sempre meritando l'accostamento. Stavolta, però, Moise è sembrato più Mario che mai. E non può permetterselo. Testa basta e lavorare: che l'errore sia una svolta per dimostrare il proprio valore. Le carriere sono fatte anche di bivi, Kean è davanti al suo. 

@Edosiddi