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E’ arrivato il grande freddo. Il pensiero di dover trascorrere tre ore all’aperto in uno stadio, seppure confortevole come l’Allianz, potrebbe anche spingere a “disertare” e scegliere la più comoda e riscaldata opzione televisiva. Ma, forse, potrebbe non essere soltanto l’idea dell’ipotermia a tener lontano i tifosi certamente appassionati ma non al punto di rischiare una costipazione o il mal di gola. Anzi è soprattutto la raffigurazione di una Juventus la quale, fino a questo punto della stagione, non è più riuscita ad riscaldare la sua gente come aveva fatto nel corso degli ultimi meravigliosi sei anni.

Una squadra palesemente afflitta da problematiche di diverso tipo  che le impediscono di dominare il campionato. Una fame di successi decisamente minore rispetto al recente passato. La classica stanchezza psicologica tipica di chi per tanto tempo si era abituato a non avere avversari di identica statura. Un allenatore che, probabilmente, è arrivato a essere una “voce” talmente abitudinaria al punto di non farsi sentire anche quando e se urla. Giocatori usurati da una carriera da “lavori forzati” iniziatisi con la gestione del visionario e irriducibile Antonio Conte. Addirittura campioni indiscussi, come Dybala, che confessano a lavori in corso di non poter garantire fedeltà eterna alla maglia bianconera. Queste le punte di un iceberg contro il quale potrebbero andare a cozzare i sogni e le speranze della Signora e del suo popolo.

Preso atto che quello attuale potrebbe rivelarsi un anno di transizione, specialmente in Italia, egualmente il dovere della Juve e anche dei suoi tifosi è quello di non mollare sino alla fine. Paradossalmente cominciando, cioè ricominciando, proprio da domani e cioè dal basso. Arriva il Crotone di Nicola. Un avversario il quale, in tempi andati e non sospetti, avrebbe avuto per i bianconeri la forza d’urto pari a quella di un alito di vento. Al contrario, in questo momento, gli uomini di Allegri dovranno scendere in campo consapevoli del grande rispetto dovuto sia agli avversari pitagorici e nel contempo al suo pubblico. Una prova di abnegazione, di orgoglio e di carattere è necessaria persino oltre la indispensabilità di un risultato positivo. Non importerà il numero dei gol, ma il modo in cui i tre punti verranno conquistati.

Rammento una serata di calcio a Torino con sugli spalti non più di duemila persone. Si giocava Juventus-Chievo. Una tristezza. Domani, almeno me lo auguro, non sarà così e dentro lo “Stadium” non farà poi tutto quel freddo che ci si può immaginare. Ma perché il cuore del popolo bianconero possa riscaldarsi a dovere è fondamentale che in campo i ragazzi di Allegri mostrino la loro anima insieme con il fumo del fiato. Anche se il Crotone non è il Barça.