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Chiamateli pure "i Sei dei 6 scudetti". Loro c'erano, sempre. Da quel primo 4-1 rifilato al Parma, fino agli ultimi festeggiamenti per qualcosa che già da mesi era definibile come 'leggendario'. Loro c'erano, hanno attraversato il ciclo più vincente della storia del calcio italiano, lasciando agli avversari poche briciole. Adesso, dopo sei anni e per tutti gli anni successivi, i loro nomi resteranno indelebili nella storia di questo sport: Buffon, Bonucci, Barzagli, Chiellini, Marchisio, Lichtsteiner.

BUFFON - "Il numero uno tra tutti i numeri uno della storia del calcio", l'ha definito recentemente Paulo Dybala. Ma Gigi è oltre qualsiasi possibile definizione, trascende l'umano e lo sportivo genere. E' emerso dall'inferno della Serie B, ha resistito alle immediate tentazioni di successo, è diventato il capitano che tutti sognavano che diventasse. Dal rigore parato a Totti nel primo anno di Conte fino al miracolo su Glik nel derby della scorsa stagione: i migliori momenti di questi sei anni di Buffon sono semplicemente troppi per poterli elencare tutti.

BARZAGLI - Arrivato a prezzo di discount nel periodo peggiore della Juve di Delneri, Andrea si è trasformato da affidabile soldato a diga difensiva a partire dalla stagione 2011/12. Semplicemente uno dei migliori difensori italiani della storia, che rimane tale anche a 36 anni compiuti. La gioia nel vederlo calciare quel rigore in Juventus-Atalanta, nel giorno dell'addio di Del Piero, sarà un ricordo da custodire per tutta la vita.

BONUCCI - I fischi del primo anno bianconero sembrano provenire da una galassia fantasy, ormai. La crescita di Leo, da quella prima stagione ricca di sbavature, non ha conosciuto confini: le 'bonucciate' sono un ricordo, adesso che anche il Telegraph lo ha indicato al primo posto nella lista dei difensori più forti del mondo. Che poi, definirlo 'difensore' a questo punto della carriera è sinceramente riduttivo. Il gol del 3-2 segnato alla Roma nel 2014, con quel magnifico destro al volo, è un diamante tra migliaia di pietre preziose made in Bonnie. Ma anche il recupero miracoloso su Higuain in Juve-Napoli...

CHIELLINI - Proprio quando sembra quasi arrivato al tramonto di una carriera magnifica, Giorgio punta il suo sguardo su un obiettivo ancora più elevato. Semplicemente enorme, un difensore che tutti i campionati ci hanno invidiato, ci invidiano e ci invidieranno ancora. La verità è che non esisterebbe Bonucci, non esisterebbe Barzagli, non esisterebbe BBC senza l'apporto fondamentale di Chiellini. Anche lui, dopo aver assaporato l'amara Serie B, è tornato da gladiatore vincente. Se dovessimo scegliere un suo particolare momento di gloria in queste sei stagioni, ci soffermeremmo ancora su quel gol tutto rabbia e potenza siglato all'Inter nel febbraio 2014.

MARCHISIO - Il Principino è diventato Re già da diverse stagioni. Archiviata l'esperienza da mezz'ala goleador di Conte, Claudio ha saputo reinventarsi in qualsiasi ruolo: trequartista, mediano, fino all'ingrato ruolo di regista 'post-Pirlo'. Marchisio è nato e cresciuto per servire i colori bianconeri, uno che questa bandiera non la tradirà mai: quando si batte la mano sul petto dopo ogni gol, è il cuore di qualsiasi tifoso a battere insieme al suo. Lo stile Juve incarnato in un uomo. Per questo la doppietta nel derby di Torino, nell'anno del ritorno dei granata in Serie A, assume un significato ancora più speciale.

LICHTSTEINER - È vero, quest'ultima stagione non sarà ricordata come una di quelle con Lichtsteiner protagonista. Eppure le sgroppate dello svizzero sulla fascia destra sono diventate un vero e proprio must in questi sei campionati. Pagato 10 milioni di euro dalla Lazio - troppi, sussurrava qualcuno - Stephan si è subito presentato alla grande, segnando il primo gol ufficiale del nuovo Juventus Stadium. E poi gli inserimenti sul lancio di Pirlo, gli assist per Llorente, le progressioni irrefrenabili: sei scudetti, sei polmoni (come minimo).