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Lo stesso luogo, la stessa competizione. Rivedere il Jassim Bin Hamad Stadium stuzzicherà la memoria recente di molti giocatori bianconeri, riportando alla luce ricordi tutt'altro che piacevoli. Sì, perché il 22 dicembre di due anni fa, ad alzare il trofeo fu il Napoli allenato da Rafa Benitez.

COLPEVOLI - Una finale strana, quella, non solo per la natura stessa del trofeo, abituato alle contese estive più che alle gare pre-natalizie. Juventus-Napoli si rivelò bizzarra anche e soprattutto per lo svolgimento, che vide i bianconeri subito in vantaggio con il destro di Carlos Tevez a cinque minuti dal fischio iniziale e totalmente in controllo del gioco durante il primo tempo. Poi i ritmi eccessivamente bassi e l'incapacità di trovare il raddoppio favorirono il ritorno degli azzurri, che trovarono il pareggio con Gonzalo Higuain, lasciato libero di colpire di testa sul cross di De Guzman. La rete del Pipita suonò come un monito per la Juve, che non riuscì comunque ad imporsi fino ai tempi supplementari: allora fu ancora Tevez al 105' a colpire per la seconda volta la porta difesa da Rafael, con una giocata da urlo che poteva (e doveva) chiudere un match fin troppo sofferto. Invece il masochismo bianconero lasciò di nuovo uno spiraglio di speranza al Napoli, che agguantò il 2-2 a un passo dal traguardo. Protagonista, neanche a dirlo, sempre Higuain.

IMPARARE DAGLI SBAGLI - Il numero 9 argentino sarà l'uomo più atteso anche domani, quando lo stadio Jassim Bin Hamad ospiterà ancora la finale di Supercoppa. Una seconda chance, come ribadito da Massimiliano Allegri in conferenza stampa, per "vendicare" un match perso per eccessiva distrazione. Anche stavolta è innegabile che la Juve arrivi in Qatar con i favori del pronostico, forte di una posizione privilegiata in Serie A e di una serie di prestazioni che (tracollo di Genova a parte) hanno permesso ai bianconeri di mantenere un rassicurante -7 sulla Roma e di conquistare gli ottavi di finale in Champions League. La grandiosità della rosa bianconera, poi, può senza dubbio permettere un certo grado di superbia nei confronti degli avversari. Eppure il risultato di due anni fa risuona ancora come il più maligno degli avvertimenti: ad esso si accompagna la beffa subita lo scorso ottobre a San Siro. Anche allora la squadra di Allegri giocò una partita sufficiente, macchiata però dal poco cinismo e da una fatale disattenzione. Il gol di Locatelli, come quelli dell'Higuain napoletano, devono servire da lezione: vincere a Doha non serve soltanto per il palmarés, ma anche per superare un esame di maturità meno semplice del previsto. 


Mattia Carapelli
@mcarapex