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Juventus come una macchina da corsa? I sei scudetti consecutivi non devono ingannare: i bianconeri, come da definizione odierna di Giorgio Chiellini, sono piuttosto un “buon diesel”. Sì, perché in fondo - nonostante le comprensibili critiche per i cinque punti persi tra Atalanta e Lazio - la squadra di Max Allegri sta confermando il trend delle ultime stagioni.

PARTENZA LENTA - Se guardiamo agli ultimi sei anni, culminati tutti con la vittoria del titolo, soltanto tre volte la Juve si era ritrovata prima all’ottava giornata di Serie A. Nel 2011-12 era toccato alla sorprendente Udinese di Guidolin detenere il primato nazionale, almeno per una settimana; nel 2013-14 fu il turno della sorprendente Roma di Garcia, quella delle 10 vittorie consecutive da inizio campionato; infine, nel 2015-16, era la Fiorentina di Paulo Sousa la clamorosa capolista. Il paragone con il passato dimostra una certa, e in fondo naturale, difficoltà da parte della Juve nel lasciare il vuoto dietro di sé. La superiorità tecnica, sulla carta, è evidente, ma è solitamente dal mese di marzo che si palesa sul campo da gioco: un’accelerazione che ha finora prodotto un ciclo leggendario. Ma se le statistiche non mentono, è necessario anche ribadire le differenze di questa stagione con quelle che l’hanno preceduta.

RINCORSA DIFFICILE - Prima di tutto, l’avversario numero uno, quel Napoli in grado di centrare otto vittorie su otto: il record del Garcia giallorosso si avvicina, ma gli azzurri di Sarri sembrano di gran lunga superiori alla Roma di quattro anni fa. Soprattutto nella consapevolezza, forgiata in due stagioni senza alcun titolo conquistato: il tecnico di Figline è arrivato al culmine di una crescita che sta producendo proprio in questo periodo i suoi migliori frutti. Dimenticata la disattenta frenesia degli inizi - la stessa che aveva impedito agli azzurri di mantenere la testa della classifica nel febbraio 2016, prima del gol di Zaza - il Napoli appare una macchina affilatissima, con un rinnovato talento nel soffrire. E poi la Juve, la favorita costretta come due anni fa a rincorrere, ha indubbiamente perso alcuni baluardi: si è parlato tanto di Bonucci, ma la sensazione è che l’invecchiamento anagrafico e tecnico di Barzagli stia incidendo più di ogni altro fattore sulle prestazioni difensive dei bianconeri. Come se il serbatoio del diesel si fosse svuotato parzialmente. Per questo recuperare terreno, una missione compiuta varie volte, appare adesso molto più difficile. Si parte dalla Champions, primo sforzo da compiere per poi provare ad accelerare. Anche meglio di una macchina da corsa.

@mcarapex