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Eccoli di nuovo, insieme. Il ponentino, con le sue dolci carezze. La tramontana, con le sue rasoiate alpine. Sta per tornare in scena Juventus-Roma. Spettacolo senza tempo come le inossidabili commedie musicali di Garinei e Giovannini e le musiche del maestro Armando Trovaioli. Il vento calcistico spira tra le strade delle “Due Capitali” raccontando storie segrete legate ai nomi e alle gesta di cavalieri forse un po’ buffi, così in braghette e calzettoni, eppure lo stesso eroici come quelli della saga di Artù.

Il presente, rispetto a un appuntamento come quello di domenica, non riuscirà mai a sradicare dalla memoria le immagini di un passato che non è archeologia sportiva ma elemento vitale per poter riprovare suggestioni e palpiti antichi. Ieri, oggi e sicuramente anche domani. Cambiano i nomi dei protagonisti. I personaggi della Grande Commedia all’Italiana del pallone rimangono gli stessi. Sia che esistano, ancora ben vivi e vegeti. Sia che abbiano virato per raggiungere altri spazi. Giampiero Boniperti e Dino Viola, per esempio. I due presidenti di tante sfide mai banali e mai identiche. Come loro due. Irraggiugibili.

 

Una telefonata allunga la vita, diceva la reclame. Speriamo sia ancora vero. Intanto la voce che mi risponde è squillante come quella di un ragazzino. Un giovanotto di ottantotto anni.
 

Pronto, Giampiero? Non ci posso credere, vecchio amico mio. Pensavo avesse risposto tuo figlio . Dal tono, sai…“Invece ci devi credere. Ricordi quando ti raccontavo del patto che ho fatto con il Padreterno? Beh, mica scherzavo. Mi pare stia durando nel tempo. Forse qualche cedimento della memoria. Nel senso che non ricordo proprio tutto. Ma solo quello. Per il resto, anche fisicamente, mi sento forte come… come…”


Come un leone?
“Diciamo un leoncino. Sai non è sbagliato ciò che si dice degli anziani che più vanno avanti negli anni e più diventano bambini. Anche io ho bisogno di coccole”


Avrai certamente chi te le fa…
“Sicuro che sì. Ho buoni amici. Forse non tantissimi, ma tutti molto fidati e attenti. Mi cercano. Mi chiamano. Si preoccupano. I miei ragazzi di un volta, per esempio. Paolo Rossi, Marco Tardelli, Antonio Cabrini, altri. Da loro una telefonata di arriva sempre. Puntuale”.


La grande Juventus di un grandissimo presidente del quale non si può fare a meno di essere orgogliosi.
“La Juve è grande a prescindere. Come il mio amore per lei che non ho mai tradito né da giocatore e né da presidente. E sai cosa ti dico? Che oggi vorrei avere ancora le energie giuste per poter scendere in campo. E se le cose non andassero bene saprei io come metterli in riga”.


Hai lo spirito combattivo di un vecchio Sandro Pertini.
“Mai mollare nella vita. E’ questo il segreto dell’eterna giovinezza. E io non ho mai mollato”.


Neppure la Juve ti ha mai dimenticato.
“Lo so e le sono grato. Percepisco il rispetto e mi rende felice. Quando si presentano occasioni speciali non mancano mai di chiamarmi. Di farmi sentire per quello che sono. Uno della famiglia bianconera”


Ce la faranno a regalarti la Champions?
“Lo spero proprio tanto. Per loro e, massì, anche per me”.

Per lui, certamente. Non un presidente della Juve, ma Il Presidente. Ieri, oggi e anche domani.