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Se la Juventus di Champions League stenta ancora a carburare, con due vittorie, due pareggi e una sconfitta in cinque match della fase a gironi (8 punti, peggior bottino della gestione Allegri), il club bianconero non può certo sorridere per i risultati della Primavera. Con la sconfitta per 1-0 contro il Barcellona, i ragazzi di Dal Canto hanno infatti visto sfumare con un turno di anticipo la possibilità di superare la prima fase di Youth League.

CINQUE ANNI DI FLOP EUROPEO - La sensazione è che la crisi abbia radici profonde, se è vero che fin dall’introduzione della “Champions dei giovani” nel 2013, la Juve Primavera non è mai riuscita a qualificarsi agli ottavi di finale. Si potrebbe definire una vera e propria maledizione, se non fosse che i nodi del settore giovanile bianconero - quando messo a confronto con gli avversari internazionali - sono venuti al pettine da tempo. Nel 2013 la Juve arrivò terza dopo il Copenaghen nel proprio gruppo di Youth League; nel 2014 l’Olympiacos ottenne addirittura 8 punti in più della squadra di Grosso; nel 2015 ebbero la meglio Manchester City e Siviglia; nella scorsa stagione i bianconeri si arresero allo strapotere dell’Ajax. Infine, anche nel primo anno di Dal Canto sulla panchina della Primavera, la musica non è cambiata: quattro sconfitte tra Barça e Sporting e una vittoria contro l’Olympiacos, troppo poco per sperare di proseguire il cammino europeo. Nell’anno in cui il calcio italiano ha guardato come mai prima d’ora nell’abisso, questo è forse il peggior biglietto da visita possibile per il club più blasonato del nostro Paese. Una società che deve rinforzare assolutamente il proprio status internazionale, a partire dalle basi, dai suoi talenti più giovani. Certo, nella catastrofe non tutto è da bocciare. Da Caligara a Nicolussi, la Primavera bianconera ha dimostrato di saper produrre ancora prospetti interessanti. Ma serve sbrigarsi: l'esplosione non può più aspettare.

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