In generale, io credo che sia sempre meglio stare davanti. Ma alla fine è sempre l’aspetto psicologico a fare la differenza e capitano momenti, situazioni, episodi che ribaltano i rapporti di forza. Che è piò ciò che è accaduto alla mia Lazio.
Juve o Napoli, chi è più forte? Forse proprio la squadra partenopea. Perché il successo a Torino ha acceso un entusiasmo incredibile. Avvertono la convinzione di potercela ed è una spinta che può fare la differenza, perché diventa decisiva per superare la difficoltà. Peraltro, a loro è capitato spesso nelle ultime gare di dover rimontare o si segnare proprio negli ultimi secondi. Non è controproducente? Forse se avessero vinto a Torino a 2 mesi dalla fine del campionato. In quel caso, allora ci sarebbe stato qualche pericolo. Adesso manca troppo poco perché ci possano essere conseguenze negative. Anzi, sarà solo un vantaggio. La tensione servirà a tenere alta l’attenzione. E a favore degli azzurri c’è pure il calendario, che sulla carta è decisamente meno complicato per il Napoli.
Juve? Beh, innanzitutto bisogna capire come la squadra avrà reagito alla sconfitta. E’ fondamentale resettare, avendo ben chiaro in testa che con un punto di vantaggio il destino è sempre nelle loro mani. Se invece accusano il colpo, allora la situazione si fa complicata. La Juve ha sfide certamente più insidiose e, allo stesso tempo, la pressione di dover comunque vincere, perché il Napoli ha tutte le chance di raccogliere 12 punti. I bianconeri hanno da loro l’esperienza e l’abitudine a stare lassù, ma ora hanno il fiato sul collo degli avversari".