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Milione più milione meno, il conto del calciomercato della Juve anno dopo anno appare sempre lo stesso: tanto si spende, per tanto si vende. Ed anche in questa sessione, almeno per ora, la storia non sembra cambiare. Grande virtù secondo qualcuno, pesante limite secondo qualcun altro. Ma la domanda ricorrente, è più o meno la stessa: perché? Perché, se la Juve continua a crescere esponenzialmente dentro e fuori dal campo, sul mercato non può o non vuole investire uscendo dai parametri del mercato autofinanziato dal mercato? La risposta è complessa, va ricercata forse proprio all'interno di questa crescita a 360 gradi. Ma è anche figlia di una risposta almeno altrettanto semplice: non è il mercato a dover essere autofinanziato, quanto la Juve ad essere un club-azienda costretto ad autofinanziarsi.

DA EXOR IN GIU' – Pur con la famiglia Agnelli sempre presente, anche ai tempi d'oro la Juve non è mai stata una società particolarmente spendacciona. Sfizi e sacrifici, anche sul mercato, sono sempre andati a braccetto anche con l'Avvocato e il Dottore. Ed ora che la Juve è tornata ai vertici a livello internazionale, pronta com'è a sfondare il muro dei 500 milioni di fatturato, la storia non cambia. Anzi, prende un'evoluzione che vede Exor assolutamente intenzionata a non mettere più mano al portafogli per colmare eventuali buchi di bilancio della Juve. Che così, pur continuando a crescere non può trasformarsi in una superpotenza sul mercato. Spendi 100, incassi 100. E continui ad investire grosse somme, quasi esclusivamente per giocatori che in futuro almeno potenzialmente possano far fruttare importanti plusvalenze (il caso Higuain da subito era destinato a restare isolato). Ma dire che la Juve sia ferma, è altrettanto sbagliato. Se ritenuto opportuno, un extra budget verrà comunque destinato al mercato per il centocampista e attualmente è previsto per Strootman, altrimenti si ripiegherà magari su un'occasione in prestito da valutare con calma. La crescita del fatturato vede gli incassi investiti in tutte le aree del mondo Juve che magari non emergono a prima vista. Basti pensare all'impressionate incremento del budget destinato agli ingaggi ad esempio: la compravendita deve portare la Juve a restare sempre o quasi in pareggio, nell'ultimo triennio però la voce legata agli stipendi è quasi raddoppiata. Poi ci sono i debiti pregressi da continuare a colmare, così come le varie spese per lo Stadium e l'area Continassa, oltre alla gestione ordinaria e straordinaria di tutto quello che è la gestione del marchio Juve nel mondo. Non si vedono sul mercato dunque, ma i soldi ci sono e vengono investiti: per una Juve destinata a continuare a crescere. E a vincere: raramente ad agosto, sempre da sei anni a questa parte a maggio e giugno.

@Edosiddi