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Ma la Juve, ha o non ha un budget destinato al mercato a titolo di investimento effettivo? Questa la domanda che, estate dopo estate, riecheggia nella mente di tifosi e addetti ai lavori. Non che la Juve non spenda, anzi. A conti fatti, la voce acquisti ha sempre o quasi visto primeggiare in questi anni il club bianconero e l'exploit milanista sul mercato è più un'eccezione che la regola anche in virtù di una rifondazione necessaria. E anche in questa stagione, a mercato concluso, è lecito aspettarsi una Juve capace di sfondare il muro dei 100 milioni di spesa. Ma sempre a fronte di una situazione di autofinanziamento sempre in ambito di calciomercato: euro più euro meno, si compra in base a quanto si vende. È stato così due anni fa, è stato così soprattutto l'anno scorso al netto dei maxi-investimenti Higuain (su tutti) o Pjanic. Ed è così, per ora, anche in questa stagione. La Juve ha incassato più di quanto fin qui speso, ma il mercato rimane assolutamente da completare ed attende un grande colpo a centrocampo ed almeno altre due operazioni di complemento (vedi Keita ed un esterno di difesa): c'è quindi da aspettarsi un'altra cessione eccellente o al contrario il tesoretto c'è ma non si vede?

 

LA CONTA – Senza contare per semplicità i bonus, ancora virtuali, ed eventuali riscatti, la Juve di oggi ha speso 6 milioni per il prestito di Douglas Costa, 40 per Bernardeschi, 12.2 per Szczesny, 12 per De Sciglio e 9.4 per Bentancur (il milione dell'opzione appartiene ad un altro esercizio). In tutto fanno 79.6 milioni di euro, meno di quanto probabilmente costerebbe Verratti se solo il Psg aprisse alla cessione. Nel frattempo sono arrivati 40 milioni per Bonucci, 17 milioni per Lemina, 6 milioni per Neto, altri 15 milioni circa dal mercato sommerso (7 per Cassata, 4 per Donis, 3 per Romagna più il cartellino di Del Fabro, circa mezzo milione per Bnou Marzouk): sono 87.5 i milioni incassati, per un guadagnato di quasi 8 milioni di euro. Riprendendo in mano anche il conteggio dei riscatti pregressi, un nuovo pareggio equilibra il tutto: la Juve ha incassato 16 milioni da Zaza e 21 da Coman, versandone 17 per Benatia e 20 per Cuadrado.

 

L'AUTOFINANZIAMENTO NON BASTA - Un altro capolavoro di bilancio in arrivo dunque. Ma il mercato? In una sessione estiva dove in Europa vanno tutti di corsa, specialmente quei club come il Psg o le big inglesi che devono ridurre il gap proprio dalle spagnole, Juve e Bayern, serve molto di più. Anche in Italia col Napoli che si consolida e le milanesi che provano a rientrare in ogni modo, i bianconeri devono investire. Invece la strategia è sempre quella degli ultimi anni, che fin qui ha funzionato alla grande ma che non può sempre bastare. A maggior ragione che si continua a parlare – giustamente – di settimo Scudetto e di Kiev nel mirino. A tre settimane circa dalla fine del mercato manca ancora il grande centrocampista di fatto inseguito da due anni e per un attacco notevolmente rinforzato risponde una difesa che lascia parecchie preoccupazioni in dote. Senza esagerare, con la libertà di poter sforare il conto incassi-uscite di 60 milioni (la metà di quanto incassato dalla sola Champions nella passata stagione in un esercizio pronto a sfondare il muro dei 500 milioni di fatturato), il mercato bianconero avrebbe già assunto toni diversi ed Allegri avrebbe la squadra al completo. Invece ora incombe lo spettro di altre cessioni eccellenti (senza scomodare un ultimo assalto del Chelsea per Alex Sandro, ecco che Cuadrado è pronto ad essere sacrificato sull'altare di Keita), al di là quelle preventivate per esuberi o giocatori a fine corsa (vedi Asamoah, Lichtsteiner e Rincon): il tempo per il cambio di marcia c'è ancora, il mercato di oggi impone sacrifici e sforzi economici perché confermarsi è molto più difficile che arrivare in vetta. Il mercato autofinanziato ha reso la Juve la superpotenza di oggi, un piccolo miracolo sportivo ed economico considerando il punto di partenza. Ma ora forse non basta più: Marotta e Paratici sono i migliori, nonostante lo scetticismo estivo sono sempre riusciti a creare una Juve più forte dell'anno precedente. Ma ora la proprietà bianconera deve aiutarli e metterli nelle condizioni di continuare a farcela senza dover sempre fare miracoli.

@NicolaBalice