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Non si può non considerare Andrea Barzagli come uno dei grandi artefici della rinascita bianconera dal 2011 in poi. Parlando del primo scudetto dell’era Conte i ricordi vanno subito alla qualità di Andrea Pirlo, il campione colpevolmente dimenticato dal Milan e tornato Maestro nel nuovo Stadium. Eppure, l’affidabilità del difensore di Fiesole ha inciso sulle vittorie della Juve non meno delle geometrie del regista bresciano. Ecco la parola chiave: affidabilità. Forse la qualità più preziosa, in un centrale chiamato a guidare una difesa priva all’origine di ogni certezza. Marotta lo strappò a 300mila euro più bonus al Wolfsburg, liberandolo dall’oblio tedesco: sette anni più tardi, l’avventura di Barzagli potrebbe non essere ancora terminata. Ma ciò, nonostante i riconoscimenti di cui sopra, non rappresenta necessariamente un bene.

PERCHÉ NO - “Parleremo nelle prossime settimane del rinnovo”, ha svelato oggi Barzagli. Aggiungendo che tra lui e la Juve “c’è la voglia di continuare”. Dopo 250 presenze e 12 titoli in bianconero, la Roccia non vuole arrendersi all’idea di sgretolarsi come se niente fosse. E come biasimarlo, vista la fiducia - abbondantemente ripagata - che Max Allegri ha dimostrato di concedergli nelle occasioni più importanti: sei presenze su sei nella fase a gironi di Champions League, praticamente un titolare inamovibile della difesa. Ma l’equivoco in fondo sta tutto qui, nel non distinguere la temporanea necessità dalla reale forza di una squadra che presto avrà bisogno di rinnovarsi nel suo reparto più iconico. Un’urgenza palesata soprattutto in questa stagione, nella quale gli “acciacchi” del numero 15 si sommano alle prime insicurezze (quasi una bestemmia, nelle scorse stagioni). No, prolungare ulteriormente il rapporto del Barzagli calciatore con la Juve non può essere positivo per questa squadra. Con le lacrime agli occhi e la sacrosanta nostalgia per uno dei centrali più forti e vincenti della storia recente, la Signora deve avere il coraggio di tagliare il cordone ombelicale. A maggior ragione se si punta lo sguardo sui talenti eternamente in attesa, quelle alternative pronte da tempo a diventare colonne: in prima fila un Daniele Rugani nuovamente sparito dalle gerarchie di Allegri (tre panchine consecutive in campionato, solo venti minuti in campo contro l’Olympiacos). Ma il discorso riguarda anche Mattia Caldara: proprio lui, che ha definito Barzagli il difensore più completo della Serie A, non può approdare a Torino per riscoprirsi riserva. Ne uscirebbe danneggiata non solo la crescita individuale, ma quella collettiva di una Juve giunta al ponte tra un ciclo vincente e un altro che dovrà dimostrarsi tale. Il contratto di Barzagli scadrà il 30 giugno 2018: quella data, con 37 anni e - nelle speranze - nuovi titoli sulle spalle, potrebbe essere la migliore possibile per salutarsi. Con un pizzico di commozione, ma senza alcun rimpianto.

@mcarapex