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Ora anche noi dobbiamo guardarci da noi stessi: juventini contro juventini. Gli altri (mezza Italia) non ci fanno un baffo. E’ in casi come questo che iniziano le avvisaglie della guerra civile. Quando si è disperati, quando si precipita in B, ci si compatta e quel poco di buono che s’intravede ci rende felici, pieni di speranza.

E’ quando le cose vanno e sono andate bene, quasi insperabilmente (chi non avrebbe firmato 7 anni fa per 6 scudetti di fila?), che le attese crescono e le prime crepe spesso sono sul punto di trasformarsi in crepacci. Quello che succede ora, una grossa sfiducia di molti juventini e una granitica certezza di altri, sta portando ad una forte tensione tra tifosi bianconeri. Da un lato, il deludente inizio di stagione ha rincuorato i critici di Allegri; dall’ altro, i difensori della Società si arroccano, facendo appello alla ragione dei numeri. Ma chi critica è accusato di disfattismo, chi elogia è tacciato di servilismo.

Juventus TV, organo ufficiale bianconero (un’ottima tv, va detto) non può che redarguire i tifosi troppo critici, troppo impulsivi e spazientiti, ma lo fa con un paternalismo di natura professionale. Massimo Zampini, mio conterraneo romano, massima autorità juventinologa del Centro-Sud, se la prende con i tifosi isterici, che si lamentano del brutto gioco, della pessima sconfitta col Barcellona, della brutta partita contro la Fiorentina, della mediocre prestazione contro l’Atalanta e della più che mediocre gara contro la Lazio. Si lamentano anche del fatto che Allegri non faccia un briciolo d’autocritica e che la Società, con l’allenatore, abbia impostato un mercato per certi versi incomprensibile.

Ma perché comprare De Sciglio e addirittura metterlo al posto di Lichtsteiner in Champions? C’era bisogno di due esterni (Bernardeschi e Douglas Costa) con una spesa di più di 80 milioni di euro, quando i problemi principali erano (già a giugno) un centrocampo senza troppe garanzie e una difesa dichiaratamente invecchiata? Il problema del terzino destro non era forse prevedibile, col ritornello Spinazzola prima e il tentativo (non riuscito) Sturaro poi? Forse in queste domande si ravvisa troppa impazienza, un filo d’ingratitudine, ma anche un barlume di verità. Così le due fazioni iniziano a fronteggiarsi.

Infortuni, giocatori delle nazionali, inserimenti difficili ( o incompatibili ) hanno oggi costretto la Juve a fare di necessità virtù. Tutto questo però, ufficialmente, non si può dire. Basterebbe forse accettarlo, ma i primi a risentire delle autocritiche sarebbero forse i giocatori. Nel calcio le autocritiche le fanno, raramente, gli allenatori defenestrati, per il resto si alza un muro perenne di frasi fatte, allusioni vuote, parole che rendono evidente quel che è palese. Ci si appiglia alle sconfitte “ che servono” (solo se, però, sono pochissime), si leggono le statistiche, si dice che “quasi sempre il tiro di Higuain finisce in rete”, che la corsia Asamoah-Mandzukic ha funzionato egregiamente, che Tizio era stanco e Sempronio segnato dal fuso orario. E poi si ripete la storia che “tutto si decide a Marzo”. Ma le squadre straniere non sono già in forma a Settembre e, a Marzo, non è meglio arrivarci con 10-12 punti di vantaggio sulla seconda? Scuse, aggiustamenti, colpi di tosse, nella speranza che la nottata passi. E di nottate, in fondo, anche la Juve dei 6 scudetti di fila ne ha passate. Pensate quando 2 anni fa, a metà Ottobre eravamo quattordicesimi.

D’altra parte nel mezzo d’una battaglia ci si può fermare all’ analisi? Le crisi, prima si vivono, poi, forse si riconoscono. Bisogna affermare che il campionato è ancora lungo, che negli ultimi anni siamo stati i più vincenti d’Italia, che siamo arrivati 2 volte in finale di Champions (ma qui sarebbe meglio stendere un pietoso velo) perché le truppe vanno sempre rincuorate, perché la vittoria è vicina, anche se Caporetto sta dietro l’angolo. Caporetto, d’accordo, ma poi ci fu la vittoria. E lì, davvero, si trattava d’una guerra.