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Il mondo alla rovescia. Così potremmo descrivere Juventus-Barcellona, replay del match che la scorsa stagione innalzava i bianconeri sul trono delle favorite per la vittoria finale in Champions League. Un 3-0 indimenticabile, segnato dalla doppietta di Dybala, dal gol di Chiellini e (soprattutto) da una solidità in grado di far impallidire persino i protagonisti della storica remuntada contro il PSG. Sette mesi sono trascorsi da quella sera: il teatro è ancora lo stesso ma lo scenario appare del tutto diverso.

BARCELLONA 3.0 - Dopo un’estate all’insegna dei malumori derivanti dal mercato - l’inutile corteggiamento per Verratti, l’addio di Neymar e il colpo sfumato Coutinho - il primo Barcellona di Valverde sembra aver riscoperto un’inaspettata serenità. Merito di una svolta tattica - il rombo che esalta le caratteristiche dei centrocampisti, compreso il nuovo e tanto criticato Paulinho - e di una serie di risultati che, complice l’andamento traballante del Real Madrid, hanno dato inizio alla fuga blaugrana nella Liga. Ciò che stupisce è soprattutto il muro innalzato dai catalani in difesa: un solo gol subito in Champions, appena 4 in campionato. A questo si unisce un rinnovato cinismo sotto porta, che permette al Barça di vincere tante partite “sporche”: l’esempio migliore contro lo Sporting al José Alvalade, con l’1-0 maturato a settembre grazie all’autogol di Coates. Segnali di crescita: l’era del tiki-taka di Guardiola non è mai stata così lontano, ma con un Messi in formato spaziale (15 gol in 16 partite stagionali) e una retroguardia di ferro, i tifosi hanno già dimenticato le batoste della scorsa stagione.

JUVE OMBRA - I bianconeri si trovano davanti allo specchio: quasi ombra della squadra che arrivò a Cardiff, la Juve ha ribaltato la propria filosofia - quella che le ha permesso di conquistare sei scudetti consecutivi - con risultati poco convincenti. Addio alla BBC: i protagonisti delle vittorie passate stanno vivendo i primi veri scricchiolii della carriera. Dito puntato sulla difesa ovviamente, con ben 14 gol subiti in 13 giornate di Serie A. Ma i problemi sono da spartire con un centrocampo che ha dimostrato più volte di non poter più rappresentare un filtro adeguato: Pjanic-Khedira, la fantastica coppia del 2016-17, si è trasformata in un tandem poco affidabile in fase di copertura. E pensare che Allegri lo scorso aprile sfidò il Barça con la forza derivante dalla miglior retroguardia della Champions: appena due reti subite tra fase a girone e ottavi di finale. Con quattro partite in meno, oggi Buffon ha dovuto raccogliere il pallone dalla porta cinque volte (tre soltanto nella sfida di andata al Camp Nou). Vero è che l’attacco carbura come mai prima d’ora, grazie a un modulo e ad alternative che permettono un arrembaggio continuo nella trequarti avversaria. Peccato allora per una debolezza, tecnica e mentale, che sei mesi fa era assolutamente inimmaginabile in casa Juve.

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