VIKING - Tutto è cominciato con la decisione da parte della Questura di Torino di revocare per l’intera stagione “striscioni e bandiere permanenti riproducenti il nome e la simbologia del gruppo”, provvedimento motivato in relazione a “episodi e comportamenti tenuti dagli appartenenti e dai leader Viking da qualche tempo poco inclini a rispettare la normativa vigente e soprattutto il regolamento d’uso d’impianto sportivo, sia sotto l’aspetto penale che amministrativo”. Come a dire che fumogeni, braccia tese e cori antisemiti non sono ben accetti in uno stadio a misura di tifoso. Ma la questione nasconde lati ancora più oscuri. Perché a guidare i Viking c’è Loris Grancini, nei cui confronti la polizia ha chiesto la sorveglianza speciale al Tribunale di Milano. Grancini, non indagato nell’inchiesta “Alto Piemonte” sui presunti contatti tra esponenti della ‘ndrangheta e dirigenti bianconeri, sarebbe “molto vicino alla criminalità organizzata milanese” come dichiarato da un’informativa della Digos di Torino dello scorso settembre.
COMMISSIONE ANTIMAFIA - Intanto, oggi la Juve sarà presente davanti alla Commissione Antimafia. Alle ore 14, come ricordato da Repubblica, il presidente del Comitato Mafia e Sport Marco Di Lello ascolterà il legale del club bianconero, l’avvocato Chiappero, per la vicenda dei rapporti tra la società ed esponenti della ‘ndrangheta. Dopo l’audizione dei pm di Torino Toso e Abbatecola (il 23 marzo partirà il processo penale) e quella del procuratore federale Pecoraro, che ha chiesto di secretare il contenuto, tocca al rappresentante della Juve. Prima di Pasqua sarà invece ascoltato il presidente Andrea Agnelli, che dovrà rispondere del presunto incontro con il figlio del boss Dominello. L’Antimafia riceverà anche i presidenti di leghe e Figc: Tavecchio sarà a Palazzo S. Macuto il 21 o il 28 aprile. Entro marzo la procura federale chiuderà l’indagine sportiva.