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Continuano a tenere banco le polemiche per il rigore concesso al Real Madrid nella sfida di Champions League; episodio che ha determinato in maniera decisiva l’esito della partita scrivendo in maniera cinica ( e senza possibilità di appello) la parola ‘fine’ sulla stagione europea bianconera.

Non doveva finire così, è il pensiero condiviso da tutti. Soprattutto dopo la meravigliosa rimonta juventina che per poco non ha riscritto la storia contemporanea del football. 

Ma la sfida non ha generato in tutti le stesse reazioni.

In particolar modo, la tifoseria della Vecchia Signora è completamente spaccata tra quelli "pro-Buffon” ovvero coloro che ritengono giustissimo lo sfogo urlato dal capitano bianconero a caldo, perché mercoledì sera è stato perpetrato un vero e proprio furto ai danni della Juventus ed invece quelli "pro-Del Piero” ovvero coloro che nonostante tutto ritengono eccessiva la reazione del super portiere juventino, soprattutto nei toni poco garbati ed eleganti espressi ai microfoni delle varie emittenti televisive e radiofoniche. Non una bella immagine di un uomo simbolo juventino (e non solo) da esportare.

La netta maggioranza è concorde invece sulla linea tenuta dal Presidente Andrea Agnelli, composta, garbata ma anche pungente e tagliente in alcuni punti.

Anche qui, per alcuni però si poteva evitare il riferimento a Collina mentre per altri invece è solo l’inizio perché adesso bisognerà continuare su questa strada in maniera ancora più convinta, per tutelare gli interessi della squadra juventina negli anni a venire.

Chi vi scrive, in questi giorni di dolore (sportivo) e riflessione, ha cercato di capire e comprendere un po' tutti.

Buffon ha sicuramente esagerato (lo sa anche lui, credetemi) però è anche comprensibile un’esplosione di rabbia quando la tua ultima possibilità ti viene strappata via in un modo da te ritenuto assolutamente ingiusto e spietato. Chi lo critica a prescindere evidentemente non ha mai calcato un campo di calcio in vita sua. 

Discorso diverso invece l’invito a Buffon di Del Piero di rivedersi e riascoltarsi nei prossimi giorni. Alex di campi ne ha calcati e non pochi e nonostante questo (anche per la natura del suo carattere) mai lo abbiamo comunque visto inveire, protestare o insultare un avversario, un arbitro o chicchessia nel corso della sua gloriosa carriera, anche dinanzi alle più grandi ingiustizie subite.

Quindi, da chi abituato ad indossare la fascia da capitano in perfetto "Stile Juventus" ci può stare assolutamente un consiglio verso un suo ex compagno, di club e di nazionale, con il quale sono stati condivisi tanti momenti di dolore (retrocessione in serie B, finale 2003 di Champions persa, delusioni varie in Nazionale) ma anche e soprattutto tantissime gioie (5 Maggio 2002, scudetti a ripetizione, promozione in Serie A, imprese varie in Champions con la Juventus e nel 2006 con la Nazionale in Germania).

Chi ha ragione allora alla fine?

Di certo, questo tipo di spaccature mettono addosso un'immensa nostalgia nei confronti dell’unico e vero portatore di “Stile Juventus”, capace sempre di mettere tutti d'accordo, che purtroppo ormai da anni non c’è più: l’Avvocato Gianni Agnelli.
Un giorno, rincorso come capitava spesso da quel gentiluomo di Franco Costa (che proprio recentemente ci ha lasciato per inseguirlo di nuovo in cielo…) a precisa domanda su un calcio di rigore contro la Juventus rispose:
“Noi non ci siamo mai lamentati dei rigori e non incominceremo certo adesso. 
Non è nelle nostre abitudini; sono cose da provinciali”.

Lo "Stile Juventus" d'altronde è proprio questo ovvero distinguersi laddove tutti gli altri invece si comportano nel medesimo modo.
No?