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Come promesso nell’ultimo Juvemania, eccomi qui a tornare sul caso Benatia.
Ripartiamo da quanto scritto in chiusura di editoriale su calciomercato.com

Premesso che la satira di Crozza (ma fa ridere qualcuno?) nello specifico è stata volgare e assolutamente cattiva, la risposta di Benatia è sicuramente da condannare.
Dicono che ormai bisogna adeguarsi a questa epoca dei social, degli insulti liberi e così via. E che bisogna rispondere alla maleducazione con maleducazione.
Io continuo a rimpiangere la classe di Gaetano Scirea, lo stile dell’avvocato Gianni Agnelli e l’eleganza di Dino Zoff. 
Forse sarò vecchio e antico ma preferisco essere una goccia nel mare piuttosto che adeguarmi a questo mondo volgare.

 
Ora scrivo chiaramente come la penso, precisando fino in fondo la mia posizione, anche a costo di passare per scomodo.
Se sei un dipendente della Juventus non devi esprimerti pubblicamente senza il consenso della società. E lo stesso deve valere anche per persone direttamente riconducibili all'interessato (agenti, mogli, figli, sorelle, fratelli, genitori ecc..)
Se dipendesse da me vieterei immediatamente l’uso dei social a tutti i tesserati o perlomeno ne subordinerei la pubblicazione dei contenuti all’approvazione della dirigenza stessa.
Perché nel momento che Benatia risponde a Crozza (a torto o ragione che sia) crea comunque un ritorno di immagine negativo alla Juventus stessa, anche se è il calciatore in prima persona ad esporsi.
Quando fai parte di un team e di una squadra così mediaticamente importante ed influente sulle masse (e sui bambini) le azioni che fai in singolo poi vengono ovviamente associate anche al gruppo di cui si fa parte. E' nella natura delle cose, non si possono scindere.
Non è più lontanamente accettabile questa cosa, soprattutto alla luce di quanto guadagnano i calciatori e di quanto interesse economico e mediatico gira intorno al mondo del calcio oggi.
È una scelta rivoluzionaria, forse anche severa, ma che non si può più posticipare.
E la Juventus che da sempre arriva prima in Italia, e non solo sul campo, può e deve tracciare la nuova strada da seguire.
Sul contratto di ingaggio futuro dovrà esser chiaramente siglato:
“È vietato qualsiasi utilizzo di social network, anche da persone vicine riconducibili al diretto interessato, salvo approvazione della società”.
È l’unico modo per provare a tenere sotto controllo un mondo mediatico sempre più caotico e ingestibile, che continua a partorire l'inutilità, il superfluo e la maleducazione.