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Ancora una volta a decidere la partita contro il Napoli ci ha pensato Gonzalo Higuain, "proprio lui" come direbbe Sandro Piccinini durante una sua telecronaca. L'ex beniamino dei tifosi napoletani, sempre più 'core 'ngrato'.
Ma da dove nasce questo termine?
Un intero capitolo all'interno del mio libro "Higuain. Un giorno all'improvviso" (ed.Ultra Sport) ne narra l'origine.

CORE 'NGRATO (le origini)
C’è un’antica canzone napoletana, dei primi del 1900, che più di tutti sintetizza nelle sue parole il sentimento dell’amore deluso.
Un testo che nel corso degli anni è diventato un successo mondiale, grazie anche alla voce magica di Enrico Caruso.
Da quel dì, il termine “core 'ngrato” è entrato nel vocabolario di uso comune di Napoli.
Nell’ideale dei tifosi napoletani, fino all’estate 2016, l’unico cuore ingrato della storia calcistica partenopea era stato Josè Altafini, che i meno giovani hanno avuto modo di apprezzare soprattutto per le immense capacità da opinionista e commentatore tv, dove per anni con la sua simpatia e la sua genialità di battute fuori dal comune “giocata che si può trovare a pagina 50 del manuale del calcio” ha rivoluzionato il modo di commentare il calcio.
Ma come è nato il soprannome di “core 'ngrato” per Altafini?
Estate 1965.
L’allora proprietario del Napoli Achille Lauro dopo anni da comprimario decide che per la città e la squadra partenopea è arrivato il momento di esser protagonisti.
Per 90 milioni (di vecchie lire però…) arriva Enrique Omar Sivori dalla Juventus, in rotta di collisione ormai con allenatore, staff e proprietà bianconera e per 250 milioni addirittura viene strappato Josè Altafini al Milan.
In coppia con Sivori, José regala spettacolo e il Napoli da comprimaria della classifica comincia a diventare ambiziosa protagonista.
Arrivano in sequenza piazzamenti prestigiosi sui gradini più bassi del podio, senza conquistare l’ambito scudetto che però sembra solo un appuntamento rimandato a breve.
Ma proprio sul più bello per i napoletani arriva la crisi dei Lauro, con la società sull’orlo del fallimento salvata in extremis da un giovane ingegnere nemmeno quarantenne di nome Corrado Ferlaino.
Sotto la presidenza di quest’ultimo, il Napoli si ridimensiona per evidenti motivi di budget e nell’estate del 1972 Ferlaino decide di dire addio a due punti fermi della squadra, cedendoli alla rivale Juventus: saluti a Zoff e all’ormai trentaquattrenne Altafini, che in bianconero giocherà part-time ma sarà sempre e comunque decisivo, anche più dei giovani compagni.
La partita che consacrerà per sempre Altafini come “core 'ngrato” sarà quella del 6 Aprile 1975.
La Juventus (come normalmente capita) è prima in classifica ma il Napoli che nel frattempo si è riequilibrato mettendosi alle spalle la crisi societaria è lì, a soli due punti.
Altafini comincia in panchina, Zoff invece è stabilmente titolare inamovibile, come è sempre stato e come sempre sarà per tutta la sua permanenza in bianconero. (Immenso monumento di un calcio che non esiste più, icona magica rappresentabile in un’instantanea nell’immagine di Spagna 1982 mentre solleva la coppa del Mondo sotto lo sguardo entusiasta del Presidente della Repubblica -Presidente con la P rigorosamente maiuscola- Sandro Pertini.)
E’ la Juventus a passare in vantaggio, nel primo tempo: Damiani per Causio, botta di destro all’incrocio imparabile. 1-0.
Il Napoli cerca di recuperare ma tutti gli sforzi sono vani, Zoff sembra insuperabile.
Ma nel secondo tempo accade l’imprevedibile e  tocca a Juliano battere il suo ex compagno: 1-1.
La partita è ancora quindi in bilico, così come l’esito dell’assegnazione dello scudetto.
A un quarto d’ora dalla fine, come consuetudine di allora entra Altafini, un copione visto e rivisto.
E come una sceneggiatura a lieto fine, un happy ending di una storia d’amore, è il giusto finale scritto.
Azione da calcio d’angolo, Carmignani esce a vuoto, palla a Cuccureddu, tiro secco sul palo, rimpallo sui piedi di Altafini, gol: è il 43’ dei secondo tempo.
Ancora una volta il binomio Altafini-Cuccureddu è decisivo per la vittoria di uno scudetto della Juventus (come già era successo nell’anno 1973 quando il 20 Maggio, ribaltando lo svantaggio iniziale allo Stadio Olimpico contro la Roma, la Juventus vinse in rimonta il quindicesimo scudetto proprio con i loro gol).
Il Napoli non ha più la forza di reagire, la Juventus diventa di fatto campione d’Italia. Altafini, a fine partita a caldo, dirà: “I tifosi del Napoli mi hanno fischiato ma io li ho puniti”. 
Il giorno dopo quella sconfitta con la Juventus, per la precisione il 7 aprile 1975 su un muro, fuori al San Paolo, un tifoso ferito parlò per tutta la città, e Napoli battezzò per sempre Altafini come "core 'ngrato"...