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Un tempo era la BBC di Antonio Conte, la difesa che chiudeva da imbattuta il campionato 2011-2012, con lo scudetto conquistato ai danni del Milan di Thiago Silva. Bonucci, Barzagli e Chiellini, l’orgoglio della retroguardia italiana che si è imposta nelle stagioni successive anche contro il Napoli di Campagnaro e Britos e contro la Roma di Castan e Benatia. Tutti a rincorrere il primato bianconero e azzurro, quello di una squadra che si è confermata anno dopo anno come la più impermeabile (soltanto 20 gol subiti nel primo anno di Conte sulla panchina, record storico della Serie A eguagliato nel 2015-16 con Allegri). Ma la grande tradizione juventina dei difensori italiani - quella che ha attraversato generazioni con colonne del calibro di Scirea, Gentile e Cannavaro - è destinata a proseguire. Con il prossimo e inevitabile declino della BBC e la necessità di effettuare innesti importanti sulle fasce, la Juventus ha già in mano (ancora una volta) il futuro della retroguardia azzurra.

DA RUGANI A DE SCIGLIO - Tutto è partito con Daniele Rugani, riportato a Torino nel 2015 dopo due stagioni da dominatore con la maglia dell’Empoli. Tra la gavetta e le fisiologiche panchine, il classe ’94 ha dimostrato quando chiamato in causa di poter guidare senza alcun problema la Juve del futuro, quella che dovrà fare i conti con l’assenza di Chiellini e Barzagli. Così anche Mattia Caldara, per cui i bianconeri hanno investito tanto (15 milioni più 4 di bonus lo scorso gennaio) lasciandolo fino al 2018 a maturare nell’Atalanta: coetaneo di Rugani, il gigante nato a Bergamo è già a quota 7 gol in questa stagione e si sta rivelando una delle sorprese più piacevoli in questa generazione di difensori italiani. Ma in nerazzurro gioca anche un altro talento di proprietà della Juve, quel Leonardo Spinazzola che Marotta e Paratici vogliono riportare in anticipo alla base, dopo un anno straordinario agli ordini di Gasperini. Esterno sinistro, il 24enne a Torino troverà la concorrenza notevole di Alex Sandro, ma con molti trofei in palio e molte partite da disputare potrebbe comunque ritagliarsi il proprio spazio decisivo. Quanto all’altra corsia, quella che ha visto negli ultimi anni Lichtsteiner macinare chilometri su chilometri, è già pronta una maglia da titolare per Mattia De Sciglio. Il rinnovo del contratto con il Milan, in scadenza nel 2018, è lontanissimo per il terzino cresciuto nelle giovanili rossonere. La Juve è pronta a metterlo al centro del progetto, a maggior ragione in caso di prolungamento dell’esperienza di Max Allegri sulla panchina (fu lui a lanciarlo per la prima volta in Serie A nel 2011).

L'ECCEZIONE - Senza dimenticare chi in bianconero e in azzurro ha assunto già lo status di bandiera - Leonardo Bonucci - il futuro della difesa della Juve si annuncia ancora all’insegna del “made in Italy”. Spinazzola-Rugani-Caldara-De Sciglio, un muro tricolore per proseguire ancora un ciclo leggendario di vittorie. Numeri alla mano, praticamente nessuno sarebbe in grado di schierare (perlomeno nella formazione titolare) una tale retroguardia “a km zero”. Se escludiamo infatti il Sassuolo (in cui il bianconero Lirola sta comunque scalando gerarchie), il Milan e il Torino, poche squadre nella nostra Serie A possono attualmente fare a meno degli stranieri in difesa. Un discorso che vale soprattutto per le big: Inter, Roma e Napoli, nella seconda parte di questo campionato, non hanno praticamente mai utilizzato calciatori azzurri nel reparto arretrato. Fa eccezione, come sempre, la Signora. Che continuerà a meritarsi l’appellativo di ItalJuve ancora a lungo.


@mcarapex