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I recenti stop di Claudio Marchisio e Sami Khedira non devono trarre in inganno: l’infermeria della Juventus ha molto di cui gioire, in una stagione che potrebbe regalare soddisfazioni storiche alla squadra di Max Allegri. Merito anche del lavoro svolto dallo staff tecnico bianconero, e in particolare dalla squadra dei preparatori, grazie alla quale gli infortuni muscolari in rosa sono stati praticamente dimezzati. L’attenzione rivolta soprattutto ad alcuni elementi “sensibili” della formazione campione d’Italia ha prodotto già i primi risultati, ma adesso i riflettori si spostano necessariamente al tour de force decisivo.

STAFF CAMPIONE D'ITALIA - Nella stagione 2015/16 erano stati ben 62 gli infortuni subiti dalla rosa juventina, di cui ben 45 di natura muscolare. Dai problemi al polpaccio di Morata ai dolori di Barzagli, Max Allegri aveva dovuto fare i conti con numerose assenze di peso nella rincorsa scudetto. Una grana risolta nel migliore dei modi in questa annata (problemi muscolari scesi a quota 22), in cui l’esperienza di Simone Folletti - responsabile dei preparatori atletici - si è dimostrata assolutamente decisiva. Lui, classe ’72 di Ferrara, ha stretto da anni un ottimo rapporto di amicizia e collaborazione con l’attuale tecnico bianconero. E’ nel 2004 che Folletti e Allegri si conoscono, quando Max sedeva sulla panchina della SPAL in C1. Una breve separazione nella stagione 2007/08 (con Allegri a Sassuolo e Folletti a Perugia) e poi il ritrovo a Cagliari, con un’alleanza che prosegue con ottimi risultati anche al Milan e poi alla Juve. Il capo dei preparatori bianconeri ha affinato le proprie tecniche anche attraverso un’innata capacità di dialogare con i propri giocatori: come Max, anche lui crede nella flessibilità del proprio lavoro, rifuggendo regole universali e percorrendo anzi la strada dell’allenamento personalizzato. Obiettivi promossi grazie anche al contributo fondamentale del dottor Roberto Sassi (il responsabile del training check) e dei preparatori Andrea Pertusio, Duccio Ferrari Bravo e Antonio Gualtieri. Una sinergia che ha dato i propri frutti, dicevamo, soprattutto con riguardo ad alcuni “abitué dell’infortunio” come Sami Khedira.

KHEDIRA E MARCHISIO - Con Khedira l’attenzione certosina ai carichi di lavoro si è accompagnata a leggere modifiche della dieta, con il lavoro del nutrizionista bianconero Matteo Pincella: azzerato lo zucchero, aumentato notevolmente l’apporto di verdura, pesce e carne bianca. I dati parlano chiaro: il tedesco, prima di questa stagione, aveva subito ben 16 infortuni muscolari - in 4 occasioni la rottura della fibra - mentre quest’anno appare come il vero “uomo ovunque” di Max Allegri (oltre 3.600 minuti giocati). L’ultimo trauma distrattivo ai flessori della coscia sinistra non desta particolari preoccupazioni, ma l’obiettivo è ovviamente quello di recuperare il giocatore già per la finale di Coppa Italia di mercoledì prossimo. A qualche giorno di riposo seguirà quindi un lavoro personalizzato sul campo, senza eccedere con i carichi onde evitare problemi più gravi in vista di Cardiff. Khedira, insomma, scenderà in campo all’Olimpico soltanto se al 100%: le dichiarazioni in conferenza stampa di Max Allegri, in questo senso, inducono al pessimismo. Discorso simile vale per Claudio Marchisio, reduce da un affaticamento muscolare. Il Principino probabilmente non avrebbe comunque presenziato al match di domenica sera contro la Roma in campionato, ma adesso le sue condizioni restano sotto stretta osservazione per la Coppa Italia, dove mancherà anche Pjanic per squalifica.

@mcarapex