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In un anno esatto, la quotazione del titolo in Borsa della Juve è raddoppiato: un rialzo del 100% con passaggio del valore della singola azione da 0.22 euro a 55 centesimi di euro. Un decollo improvviso, inaspettato e di fatto esploso solo negli ultimi quattro-cinque mesi. Valutazioni tecniche da fare ce ne sono e sono riassumibili in pochi passaggi che un qualunque osservatore esperto o solo appassionato di Borsa può confermare. Un'altra, molto più delicata, è invece legata proprio al futuro della Juventus e della sua presidenza. Ma andiamo con ordine.

 

QUESTIONE TECNICA – Va ricordato come la Juve, in principio, venne quotata sopra l'euro e venti centesimi ad azione. Poi è successo di tutto, con inevitabile crollo durante e dopo Calciopoli. Gli anni di grande difficoltà sportiva non hanno portato il titolo a rialzarsi, ma nemmeno chiudere bilanci in attivo o lo stadio di proprietà erano riusciti insieme agli strepitosi risultati del campo a far salire il valore in Borsa del titolo Juve. Ma qualcosa ha cominciato a muoversi anche prima del recente boom: operazioni di calciomercato virtuose come quella Pogba, il successo dello Stadium nonostante sia ancora un'operazione a debito e il lancio del nuovo logo, i risultati sempre migliori e via dicendo. Poi, soprattutto, c'è stato uno sviluppo di tutti i titoli medio-piccoli in Italia: dopo il referendum di dicembre il mercato italiano è ripartito, grazie alla detassazione per chi acquista titoli delle imprese sotto l'indice midex, proprio come la Juve. Un flusso che ha visto tanti fondi di proprietà estera, specialmente americana, partecipare a questa speculazione diffusa. Quindi il titolo della Juve sale perché sta salendo il mercato. Se lo fa in maniera esponenziale è anche in virtù di un disequilibrio precedente, eccessiva la sottovalutazione da circa 380 milioni di euro considerando magari quelli esagerati di Manchester United oltre il miliardo o magari quello dello stesso Milan vicino al miliardo di euro, quotati o pronti ad essere quotati su altri mercati con parametri troppo più alti. Oggi la capitalizzazione del titolo Juve è finalmente risalita a circa 520 milioni, in caso di ipotetica vendita si dovrebbe aumentare di circa il 30% quindi lentamente il valore del club bianconero si avvicina a quella del Milan ma è inevitabilmente destinata a salire ancora, riequilibrando quindi il mercato in maniera più credibile rispetto alla realtà.

 

I RUMORSC'è poi però tutto quello che influisce in Borsa dove le voci a proposito di cambiamenti importanti a livello di proprietà spostano parecchio, anche se poi non confermate dai fatti. Va ricordato che la Juve è società non contendibile, ma qualcosa sta capitando. È ipotizzabile dunque che questa grande attività di compravendita continua delle azioni, sia legata proprio a fondi vicino ad Exor che possa quindi aumentare la propria partecipazione per prepararsi ad una potenziale liquidazione e lanciare un'OPA. In questo caso, si tratta ovviamente della frattura sempre più discussa tra l'asse John Elkann-Marchionne e Andrea Agnelli: il mercato sta fiutando un grosso cambiamento nella struttura azionaria della Juve, il prezzo quindi sale. Quindi, riassumendo tutto in una frase, si può effettivamente ipotizzare che questo boom, al netto di tutti i motivi tecnici del mercato, sia un prologo dell'uscita di scena di Andrea Agnelli dalla Juve: e il consolidamento tra le voci di corridoio della potenziale candidatura di Alessandro Del Piero non può che rilanciare maggiormente il valore delle azioni Juve per un più che probabile boom anche a livello di brand e immagine.