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Il Regina Margherita, a Torino, è un luogo che nessun bambino dovrebbe conoscere o frequentare. Purtroppo non va così perchè, spesso, la vita è matrigna e si diverte a giocare a dadi con chi non avrebbe il diritto di farlo. E allora esistono posti come il Regina Margherita che, come altri in posti differenti, è il più grande ospedale pediatrico della città. Un autentico villaggio dove, però, governa il dolore e talvolta anche a disperazione. La vita di centinaia di bambini, sospesa tra l’incertezza, il dubbio, la speranza oppure la consapevole rassegnazione, nelle mani di medici e paramedici coraggiosi. E’ già difficile dover fare i conti con il male quando è dipinto sul viso o sul corpo di una persona adulta, anche di un anziano. E’ straziante al limite della sopportazione dover scoprire quegli stessi segni su di un bimbo.

Paulo Dybala ha ventiquattro anni. E’ bello, famoso e ora anche molto ricco. Secondo gli schemi più o meno usuali per i giovani personaggi del calcio, l’attaccante argentino della Juventus dovrebbe attraversare la quotidianità con allegria e con relativa voglia di osservarsi intorno per vedere come campano le è persone normali. Fa parte dell’età e soprattutto del ruolo di privilegiato che il destino gli ha cucito addosso. In tanti fanno così, specialmente colleghi suoi. Lui no. Paulo Dybala è un ospite quasi fisso e sicuramente settimanale al Regina Margherita. Senza dirlo a nessuno e dopo aver depistato per bene i soliti paparazzi il campione bianconero varca il portone dell’ospedale nel quale rimarrà anche per l’intero pomeriggio. Con lui, solitamente, il suo compagno di mestiere seppure di altra sponda e cioè granata Iturbe, anche lui ventiquattrenne senza grilli per la testa.

Il padiglione dove la coppia di calciatori si sofferma per più tempo è quello del reparto oncologico. Piccoli pazienti perlopiù senza capelli per via della chemio e con due occhioni grandi e lucenti come le stelle. Dybala e Iturbe stanno con loro a fianco dei lettini. Hanno portato dolci e giocattoli, ma soprattutto tanto affetto e amore. Per ciascuna di queste povere creature martellate anzitempo al destino una carezza, un sorriso e qualche battuta scherzosa per distrarli e farli divertire un po’. Paulo Dybala è diventato ormai il loro amico. L’altro giorno prima di partire per Barcellona ha trascorso più di tre ore dentro il Regina Margherita. Ha promesso ai bimbi che farà di tutto per tornare a Torino con il sorriso del vincitore. I bimbi, a loro volta, gli hanno garantito che davanti alla televisione e con il permesso di medici e genitori a fare un po’ tardi faranno un gra tifo per la Juve e soprattutto per lui. E i loro, così, saranno sogni colorati.


@matattachia