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Prima tra le italiane ma ancora lontana dai top club europei. E’ questo, in estrema sintesi, il dato che emerge dal Ranking Uefa che tiene in considerazione i risultati nelle competizioni europee degli ultimi cinque anni. La Juventus si piazza al quinto posto dietro a Real Madrid, Barcellona, Bayern Monaco e Atletico Madrid. Non è un caso che le prime tre classificate siano anche le ultime tre vincitrici della ‘Coppa dalle grandi orecchie’ mentre l’Atletico, che ha un punteggio molto simile a quello della Juve, è l’altra grande ‘perdente’ delle ultime finali di Champions. Il ranking non mente. Per arrivare al top in Europa la Juve deve alzare la coppa. Dopo esserci arrivata vicina negli ultimi tre anni, cosa devono fare i bianconeri per fare quell’ultimo piccolo grande passo verso la coppa che ormai è diventata come un’ossessione?

TROPPI CAMBI – Quel che balza subito all’occhio è certamente la continuità tecnica delle squadre davanti alla Juventus. Barcellona, Real Madrid, Bayern e Atletico non hanno mai smantellato la squadra e i risultati gli hanno dato ragione. Attenzione, la Juve non ha mai svenduto i propri campioni né ha mai perso un colpo tra le mura di casa dove vince campionato e Coppa Italia da tre anni consecutivi. Le partenze dei big, però, hanno certamente pesato in Europa. Un anno si è dovuto sopperire alla partenza di Vidal, poi a quella di Pogba, quest’anno si è dovuto pensare a come rimpiazzare Bonucci (che tra le tre è stata la partenza più indolore dal punto di vista tattico). Real e Barcellona hanno ceduto Morata e Neymar la scorsa estate ma a parte queste due partenze hanno sempre mantenuto la stessa base nel corso degli anni e lo stesso si può dire per Bayern ed Atletico. La Juve, invece, riparte ogni anno da zero e il passaggio di consegne da un gruppo all’altro avviene sempre, naturalmente, in maniera graduale.

TOP PLAYER - Altro dato incontrovertibile è l'impatto dei top player. Nonostante i paragoni dei vari media, Messi, Ronaldo e Neymar sono ancora di un'altra categoria rispetto a Dybala colui che tutti considerano il calciatore capace di far fare il salto di qualità alla Juve. L'argentino non segna in Champions dall'andata dei quarti di finale della passata stagione. Dieci partite tonde nelle quali Cristiano, per fare un nome a caso, di gol ne ha segnati 17 tra cui due in finale proprio contro la Juve. Nessuno chiede a Dybala o Higuain di segnare come Cristiano Ronaldo e Messi ma non è un caso che Real e Barça abbiano dominato il calcio europeo negli ultimi 10 anni. Di fenomeni così ne nasce uno ogni 30 anni, Ronaldo e Messi sono nati nello stesso periodo storico e quando loro si avvicineranno al viale del tramonto le avversarie di Barça e Real, Juve compresa, ne gioveranno. I 'fallimenti' europei, insomma, non sono soltanto 'colpa' della Juve ma anche e merito delle altre, negarlo sarebbe stupido.

PANCHINA CORTA – Nel caso delle ultime due finali perse contro Barcellona e Real Madrid è emerso un ultimo dato chiaro sulla rosa bianconera. Al netto della qualità degli avversari (il top in Europa dal 2014 ad oggi) i bianconeri sono arrivati all’ultimo atto della Champions League con una rosa corta e stanca. Mandzukic, Pjanic, Dybala, Higuain e tutta la difesa bianconera sono arrivati a Cardiff con la lingua penzoloni. A Berlino, due anni prima, era andata leggermente meglio ma i bianconeri non avevano in panchina un piano B per colpire il Barcellona dopo la rete del pari messa a segno da Morata. Quel che è certo è che alla Juve non manca molto per arrivare al top in Europa. Quest’anno la rosa è stata allungata in termini di quantità e qualità e almeno teoricamente una maggior rotazione significherà arrivare a fine stagione con più benzina in corpo e nella gambe. Detto questo i risultati degli ultimi anni in Europa non sono da buttare, anzi.  La Juve è vicina al top, ma vicino nel calcio non conta. Conta vincere ed è per questo che al momento il ranking non mente. La Juve non è ancora il miglior club in Europa. Tra alti e bassi i bianconeri stanno provando a colmare il gap. 


@lorebetto