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Massacrano il Napoli, dicono che abbia fatto una figuraccia e che sia folle abbandonare l’Europa League. Sbagliano. Sarri ha davanti un obiettivo che non è grande, ma è gigantesco: storico per una società che ha vinto appena due scudetti, l’ultimo nel 1990. Perché dovrebbe rischiare di comprometterlo per provare ad andare avanti in una manifestazione che potrebbe dargli qualcosa solo arrivando almeno in finale? Il percorso sarebbe lungo, faticosissimo, pieno di ostacoli. In campionato invece ormai è un testa a testa: Napoli o Juve. Un duello alla pari, fino a ieri.

Il Napoli è in sostanza fuori dall’Europa League, la Juve potrebbe andare avanti in Champions e comunque fino al 7 marzo avrà la testa (anche) a Wembley. In questo periodo, per di più, i bianconeri avranno impegni complicati: il derby, l’Atalanta in campionato e Coppa Italia, la trasferta con la Lazio, infine proprio il Toittenham. Dybala sta rientrando (ma come starà?), Matuidi sta lavorando (ma quando tornerà?). E’ un momento determinante della stagione e della lotta per lo scudetto. E Sarri - soprattutto dopo il crollo con il Lipsia - ha un grande vantaggio rispetto ad Allegri: può pensare solo al campionato. Non rischia insomma di perdere energie e giocatori per infortunio in altre manifestazioni. L’obiettivo è quello di vincere sempre e arrivare allo scontro diretto con un margine superiore rispetto a oggi; la sensazione è che possa farcela.

La Juve ha vinto sei campionati di fila: se escludiamo il primo, strappato al Milan da una squadra non così forte, in tutti questi anni lo scudetto dei bianconeri non è mai sembrato così a rischio.

@steagresti
 


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