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Consapevolezza e orgoglio. Sono i due principali stati d’animo che faranno da metronomo-guida a quella che ho ragione di pensare sarà la mia definitiva avventura professionale di giornalista. Un cammino intrapreso quarantacinque anni fa alla Gazzetta del Popolo e che dopo alcune tappe intermedie, delle quali la più lunga e intrigante è stata quella a Tuttosport, si conclude con una “ripartenza” entusiasmante proprio come fu l’esordio.

Quando un mese fa gli editori Carlo Pallavicino e Cosimo Baldini mi chiesero se avessi avuto voglia di dirigere il loro nuovo giornale destinato alla rete, Il Bianconero, francamente fui sul punto di declinare l’offerta dopo aver ringraziato per la stima. La ragione principale della mia perplessità era soprattutto motivata dall’attaccamento storico e fin viscerale che proverò sempre per l’informazione su carta stampata. L’idea di dover assumermi la responsabilità di un quotidiano “on line” e quindi di essere obbligato a rivedere i meccanismi fondamentali del giornalismo fin qui frequentato era per certi versi spiazzante. In ogni caso, prima di rispondere, decisi di prendermi un poco di tempo. Lo stretto necessario per compiere tre operazioni indispensabili. Guardare indietro, seguendo la voce del cuore. Osservare avanti, ascoltando i suggerimenti della testa. Raccogliere il tutto in un unico contenitore dopo aver miscelato per bene gli ingredienti.

Nel passato ho trovato la mia Juventus. Quella conosciuta e subito amata da ragazzino in Curva Filadelfia, al Comunale, rapito dalle magie di Omar Sivori. E poi, via via, tutte le altre questa volta da raccontare battendo sodo sulla Lettera 22 nelle tribune stampa di mezzo mondo. La Juventus del presidente Umberto Agnelli, ieri. La Juventus del presidente Andrea Agnelli,oggi. Padre e figlio chiudevano così anche il mio cerchio magico. Era molto, ma non bastava. Allora ecco tornare viva l’immagine di Piero Dardanello, l’ultimo “vero” direttore di un Tuttosport ancora da hit parade internazionale. Dopo aver lasciato il quotidiano da lui riformato alla radice e prima di andarsene troppo presto da questo mondo, aveva accettato di riorganizzare Hurrà Juventus ottenendo risultati lodevoli. Pensavo sorridendo: persino questo era riuscito a realizzare Pierin Dardanide (così lo chiamava Gianni Brera) che pure aveva l’anima dipinta di profondo granata. La sua lezione era semplice. Non esistono giornalisti specializzati. Esistono giornalisti e basta disposti a battere la strada con curiosità e coraggio. Mi è parso di risentire quelle parole. Ho chiamato Carlo Pallavicino al telefono: “Va bene, ci provo”. Eccoci qua, dunque.

Mi piace, a questo punto, ricordare un altro buon amico “assassinato” da una giustizia ingiusta. Enzo Tortora il quale, tornando negli studi Rai da dove era stato cacciato come un lebbroso per presentare il suo “Portobello”, esordì con questa frase potente: “Allora, dove eravamo rimasti?”. La stessa domanda che voglio rivolgere al popolo juventino (ma anche no) della Rete che mi auguro da oggi in avanti ci seguirà e imparerà ad apprezzarci per il nostro sforzo teso a meritarci la sua stima. Io, insieme alla bella e giovane squadra di giornalisti in gamba che avrete modo di conoscere quotidianamente attraverso Il Bianconero. Con loro un team di belle e autorevoli “firme” che daranno lustro al sito e con l’esordio di un geniale grillo parlante come Domenico Marocchino. Tutti noi, insieme, per dire dove eravamo rimasti e dove abbiamo intenzione di andare. In tutto il mondo vogliamo andare, a cavallo della Juventus che non è una semplice squadra di appartenenza ad una città, ma patrimonio sportivo planetario come testimoniano i quindici milioni di tifosi bianconeri sparsi in ogni angolo del pianeta. Ho detto e ribadisco il concetto di patrimonio sportivo e non solo calcistico perché la vita e le opere della società, da sempre, vanno oltre un pallone. Stile, educazione, attenzione per le scuole, per gli ospedali, per i diversamente abili, per la solidarietà non pelosa, per un mondo senza barriere. In una parola per la società civile. Di tutto questo, oltreché di calcio giocato, si occuperà Il Bianconero e su tutti questi temi verrà coinvolto il popolo della Rete per interagire con questa sua nuova casa. La nostra e la vostra casa dove non ci saranno né servi e né padroni e dove il rispetto delle persone, delle idee e della vera verità dovranno essere le regole fondamentali. Dunque, allacciate le cinture. Che il viaggio sia dolce per tutti.