commenta
Si è già detto praticamente tutto della vittoria della Juventus sul Tottenham a Wembley: dal pragmatismo dei bianconeri alle intuizioni tattiche di Allegri. Dalla solidità persa e poi ritrovata, all’ennesima prova di carattere del gruppo. A poche ore ora dall’impresa in terra inglese, però, l’umore è già molto diverso sia in casa Juve che per il resto del mondo del calcio. Oggi è infatti il giorno dell’ultimo saluto al capitano della Fiorentina Davide Astori che ieri sera prima del calcio d’inizio è stato ricordato con un toccante minuto di silenzio.

Si è parlato di tutto, appunto, tranne che dell’incredibile atmosfera in qui sessanta secondi che hanno diviso l’inno della Champions dal fischio d’inizio. Dopo l’annuncio dello speaker il volume degli 86.000 di Wembley si è immediatamente azzerato, chiuso in un silenzio irreale.

E così, mentre sul monitor di servizio scorrevano gli zoom dei volti tirati dei calciatori bianconeri, Wembley osservava da lontano in un silenzio da pelle d’oca, difficile da spiegare a parole. In Inghilterra funziona sempre così: il minuto di silenzio è un silenzio puro, senza applausi, senza niente. Solo silenzio che anche per un solo minuto su novanta serve per far riflettere su una tragedia così insensata, sulle nostre vite che crediamo di controllare ma che ci possono sfuggire di mano in un secondo. Cose più grandi di noi, insomma, figuriamoci di una partita. Ieri a Wembley, gli 86.000 tifosi sugli spalti hanno onorato il ricordo di Astori facendo l'unica cosa possibile: alzarsi e rimanere in silenzio.

@lorebetto