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Se ti chiami Gonzalo Higuain, non puoi accontentarti di essere un semplice “regista offensivo”. Così Max Allegri aveva definito il centravanti della Juventus dopo la vittoria sofferta contro il Genoa, ennesimo capitolo di un digiuno da gol - quello del numero 9 - interrotto soltanto lo scorso sabato a Verona. Un guizzo, su assist di Douglas Costa, con cui il Pipita ha mandato due segnali ben precisi al proprio allenatore.

PIPITA SENZA GOL - Punto primo: Higuain vive per il gol ed è soltanto con il gol che può autodefinirsi come campione di livello internazionale. Quelle reti che “sono come il ketchup”, per citare una famosa massima pronunciata da van Nistelrooy alle orecchie dello stesso Pipita: ci sono momenti in cui non arrivano, ma quando si sblocca il “tubetto” eccoli piovere a cascata. La fortuna deve però essere agevolata con il lavoro in campo e una posizione il più efficace possibile. Arriviamo così al punto secondo: uno come Higuain non può arretrare costantemente sulla trequarti per ricevere la palla. “Se gioco vicino alla porta faccio gol”, ha ribadito Gonzalo dopo il match contro il Chievo, aggiungendo che nel ruolo disegnato per lui da Allegri “perdo energie per segnare”. I tempi dei 36 gol in Serie A sono passati e probabilmente mai rimpianti dall’ex top player del Napoli (“Preferisce vincere i trofei”, hanno annunciato in coro i compagni di spogliatoio, da Asamoah a Douglas Costa): eppure, la frustrazione per essersi trasformato a tratti in un giocatore “normale” - uno che aiuta la squadra con tanto lavoro sporco e che magari deve attendere sei partite per sfondare la rete - traspare chiara dalle parole del centravanti bianconero. L'allenatore, dalla sua, ha tentato di chiudere la questione con malcelato fastidio ("Ha ragione, per fare gol bisogna stare vicino alla porta"), salvo poi ribadire la necessità di una crescita collettiva da parte della squadra.

MAX, COSA TI INVENTI ORA? - Vero è che una tale gestione di Higuain sembra praticamente impossibile da mantenere per Allegri. Il tecnico livornese, durante le sue tre stagioni e mezza sulla panchina della Juventus, ha ormai fatto dei cambi in corsa e delle rivoluzioni tattiche una piacevole abitudine. Dall’iniziale 3-5-2 di “contiana” memoria al 4-3-1-2 della prima finale di Champions, per poi arrivare al 4-2-3-1 e da ultimo il 4-3-3: svariati moduli e altrettante armi tattiche, per sfruttare sempre il meglio dai giocatori a disposizione. Servirà una svolta simile anche per il Pipita, ma la sfida appare forse più complicata delle precedenti. Soprattutto per la rinnovata abbondanza di esterni d’attacco regalata dallo scorso mercato estivo: Douglas Costa e Bernardeschi, ma anche l’ultima versione di Mandzukic, sembrano aver bisogno di un lavoro massacrante del centravanti per poter incidere al meglio con gli inserimenti in area avversaria (come visto nell’occasione del gol dell’ex Fiorentina a Cagliari). D’altra parte, l’insubordinazione di Higuain ha prodotto un risultato impossibile da ignorare. Il numero 9, dopo l’ennesima partita di corsa, all’88’ di Chievo-Juve ha avanzato improvvisamente il proprio raggio d’azione proponendosi in area. Un lampo, un gol. Altro che regista offensivo...

Max, cosa ti inventi ora? Nella nostra gallery, ecco tutte le versioni possibili di Higuain.

@mcarapex