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In estate dicevamo che la Juve, partito Bonucci, avrebbe avuto seri problemi in difesa, a meno che non esplodesse ad alti livelli l'eterna promessa Rugani oppure non tornasse a un rendimento d'eccellenza assoluta Benatia. E' quanto è successo. Finché non si è verificato nessuno di questi due fatti, la difesa bianconera è stata - se non un colabrodo - il punto debole della squadra di Allegri. Poi, il 22 novembre...

Il 22 novembre, partita di ritorno contro il Barcellona, Allegri ha mandato in campo da titolare Benatia, che arrivava da un infortunio alla caviglia. E la difesa della Juve, d'improvviso, ha cambiato faccia, tanto che in nove incontri - sette di campionato e due di Champions - i bianconeri hanno subìto appena un gol, contro il Verona. Ottocentodieci minuti con una rete al passivo: una muraglia quasi insuperabile. E proprio grazie a questo, tra l'altro, la Juve è risalita in campionato. Diceva Allegri un paio di mesi fa, quando tre squadre (Roma, Inter e Napoli) avevano subito decisamente meno gol dei bianconeri: “O quest'anno cambieremo la storia, e vinceremo pur non avendo la difesa più forte, oppure cominceremo a non subire e torneremo a essere i migliori là dietro". Si è verificata la seconda ipotesi.

Benatia, oggi, appare come il nuovo Bonucci: l'uomo che ha preso il posto del milanista, non facendolo rimpiangere. Tanto che è diventato in qualche modo il giocatore più importante della Juve. Perfino più di Higuain o di Dybala, perché questi due fenomeni possono essere sostituiti (da calciatori meno forti, per carità, ma comunque competitivi), mentre il marocchino è diventato indispensabile, irrinunciabile. Ed è preziosissimo perfino in zona gol: in queste stesse nove partite ha segnato due volte, il doppio rispetto alle reti che ha subìto la Juve.

@steagresti