commenta
C'è poco da dire, Gonzalo Higuain ha deluso. La sconfitta della Juventus contro la Lazio è anche colpa sua. Rimasto a Torino dopo la mancata convocazione con la Nazionale argentina, il Pipita ha avuto modo di allenarsi e prepararsi per 14 giorni per la sfida contro la Lazio. Quella della rivalsa, quella in cui dimostrare all'Albiceleste e non solo che è ancora un attaccante in grado di essere decisivo, sempre. Questa bocciatura fa male. A lui e alla Juventus.

TESTA PESANTE - Quando si parla di un qualsiasi problema legato a Higuain, il primo pensiero viaggia verso una forma fisica precaria e tendente all'eccesso. Non è questo il caso, però. La heat map del Pipita nella partita persa contro i biancocelesti (vedi sotto) ieri parla chiaro: non è stato assolutamente fermo sul terreno di gioco, anzi ha svariato continuamente e ha corso tanto, forse troppo, anche in pressing sulla difesa avversaria. Per poco non forza il gol del raddoppio su una mezza papera del portiere avversario. Per fare ciò, però, paga in lucidità e arriva spesso con poca cattiveria quando ha le occasioni migliori da sfruttare sottoporta. Come quella, subito dopo il momentaneo pareggio di Ciro Immobile, che andava assolutamente sfruttata per riportare subito in vantaggio la Juventus e lanciarla verso una vittoria per tornare a inseguire il Napoli in testa alla classifica. Niente di tutto questo, anzi, i partenopei viaggiano a mille anche senza l'attaccante argentino e sono in testa a +5 sulla Vecchia Signora.



NON E' TREZEGUET - Nel giorno del compleanno di un attaccante che ha scritto la storia bianconera come David Trezeguet, viene naturale paragonarlo a questo Higuain. Due bomber altrettanto prolifici, ma senz'altro molto diversi tra loro. Il francese è un finalizzatore puro, attaccante d'area capace di segnare in ogni occasione utile. Il Pipita, invece, è un calciatore totale, capace di fare quel che vuole sul fronte offensivo. Trezeguet è di vecchio stampo, Higuain, invece, è un attaccante moderno in ogni senso. Il paragone non regge, anche dal punto di vista mentale, perché hanno vissuto due squadre completamente diverse. Una Juve tenace e di carattere incrollabile quella di allora, una Juve di maggior qualità e talento, ma con evidenti e deleteri cali mentali che si ripetono con costanza quella attuale. Che sia o meno paragonabile con l'illustre predecessore, ha poca importanza. Higuain deve ritrovare il gol partita dopo partita e deve tornare a essere decisivo sul lungo periodo. Non basta una buona prestazione, se accompagnata poi da una delusione successiva. Rialzati, Gonzalo!