commenta
Buffon non è intoccabile perché è Buffon. Lo è in quanto simbolo di un'Italia che sta sparendo. E' perfetto? No. E' un santo? Figuriamoci. Ma le lacrime che ha versato dopo Italia-Svezia, che bruciano sul suo volto come brucia il suo cuore dentro, beh, quelle lacrime non sono contestabili. Perché un uomo, un calciatore, che dimostra che si può soffrire, e anche tanto, per un'eliminazione da un torneo sportivo rimette un po' tutto a posto. E' vero, c'è gente che non ha un lavoro, che fatica arrivare a fine mese e non sono quelli i problemi del mondo. E allora? La vita è fatta di tante sfaccettature, e lo sport ne fa parte, volenti o nolenti, che piaccia o meno. Perché in fondo il calcio è una metafora della vita, dove si vince o si perde ma il tutto ha delle conseguenze per qualcuno. Se fosse passata l'Italia, a piangere sarebbe stata la Svezia. E' andata nella maniera opposta, e ha fatto male anche perché, forse per supponenza, ci si aspettava che non era possibile uscire e in un modo o nell'altro il “miracolo” sarebbe capitato.

Attaccare Buffon sembra ormai diventato un divertimento: non mancano mai all'appuntamento due aficionados della contestazione gratuita a Gigi, come Maurizio Pistocchi o Paolo Ziliani. Prendersela contro di lui è facile: è sempre in prima linea, ci mette la faccia in ogni occasione, non ha paura di prendersi le sue responsabilità e di caricare su di sé anche colpe non sue per non far pressione sul gruppo. Bersaglio grande, facile prendere la mira per andare controcorrente, per cercare di scardinare uno dei pochi simboli del calcio italiano apprezzato trasversalmente. Forse proprio per questo Gigi è “scomodo”. Ma il difenderlo da attacchi gratuiti, da parte di tifosi e non, non significa che non sia intoccabile. Il gol-non-gol di Muntari ancora se lo ricordano tutti e a Gigi ne sono state dette di tutti i colori, a torto o a ragione che fossero. Lui non si è mai nascosto, ma non per questo Buffon è il “nuovo Messia”, come lo definisce sarcasticamente Libero nel difendersi dai messaggi arrivati contro l'autore del pezzo su “PianGigi”. Semplicemente è un uomo che non ha paura ad esternare le proprie emozioni e i propri punti di vista. E attaccare lui e le sue lacrime significa attaccare chi non ha paura a mostrarsi per quello che è, vero, senza una “plasticosa” facciata fatta di perbenismo. Ventura è stato attaccato e nessuno ha detto nulla, vero. Forse i commenti sono stati esagerati, vero. Ma, a differenza di Buffon, l'ex ct non si è preso le sue responsabilità per questo disastro quasi annunciato. E l'arroganza non deve essere la chiave per guardare il mondo.