commenta
L'11 settembre del 2011 la Juventus, la prima di Antonio Conte, scende in campo allo Stadium. E' un giorno storico, è l'esordio ufficiale nel nuovo tempio bianconero, che tante vittorie e tanta gloria avrà nei sei anni successivi, fino ad oggi. In Italia, ma anche in Europa. Quando Conte prende in mano il timone, la Vecchia Signora è praticamente sparita dai radar continentali, dopo due settimi posti consecutivi e altrettante pessime figure in Europa League. Sei anni dopo lo Stadium è un fortino inespugnabile contro qualunque avversario, ma non solo. La Juventus può permettersi di andare al Camp Nou contro il Barcellona di Lionel Messi da favorita.

L'EVOLUZIONE EUROPEA - Una crescita costante quella della Juventus, che ha portato al record di sei scudetti consecutivi, ma anche alla legittimazione, graduale e inequivocabile, tra le migliori squadre del passato recente a livello continentale. Una squadra camaleontica, capace di adattarsi al cambio di allenatore dopo che Conte l'aveva guidata fino alla semifinale di Europa League, tanto in fretta da giocarsi la finale di Champions con Massimiliano Allegri in panchina un anno dopo, persa soltanto di fronte all'ultimo Barcellona di marziani in scena a Berlino. Senza fermarsi poi, come aveva fatto, ad esempio, l'Inter nel 2010, ma continuando a rinnovarsi e, pur perdendo tanti interpreti di livello assoluto, da Arturo Vidal a Carlos Tevez, passando per Andrea Pirlo quell'anno e Paul Pogba il successivo, restando ai vertici del calcio mondiale. 

IL DOPO CARDIFF - La seconda finale di Champions League in tre anni, raggiunta grazie a tanti volti nuovi che hanno reso ulteriormente grande il nome della Juventus, ha portato a un'altra delusione sulla linea del traguardo, ma non ha cambiato la sostanza: i bianconeri fanno da traino europeo all'intero movimento calcistico italiano e, come soltanto poche squadre a livello internazionale riescono a fare, sono ormai una presenza costante nella fase finale della massima competizione per club. Dopo Cardiff il nucleo non è cambiato tanto quanto dopo Berlino, ma, con gli anni che avanzano, in termini di leadership la Vecchia Signora si prepara a un cambiamento epocale. Senza paura, però. E presentandosi, all'esordio europeo di domani sera al Camp Nou, da favorita assoluta. Un po' perché il Barcellona sembra lontano parente di quello che ha scritto la storia negli ultimi anni, un po' perché, anche con Neymar, l'anno scorso non c'è stata storia.

COSA ASPETTARSI - Sei anni dopo quell'esordio allo Stadium, è cambiato tutto. E il cambiamento è partito proprio grazie all'impianto di proprietà, prima di una serie infinita di scelte azzeccate che hanno innalzato il fatturato in primis e, con esso, tutta una serie di congiunture positive che hanno favorito l'ingresso e la permanenza della Juventus tra le grandi d'Europa. Manca soltanto l'ultimo tassello per completare un mosaico che, in così poco tempo, ha ridato alla Juventus luce dopo il disastroso scandalo di Calcipoli. La caccia alla Champions League riparte domani. Da favorita.