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Mark Iuliano, storica colonna della difesa bianconera dal 1996 al 2005, ha parlato in esclusiva ai nostri microfoni - ilBiancoNero.com - a poche ore dalla super sfida tra Juventus e Barcellona. Una gara che lui stesso ha vissuto in prima persona nel 2003, data dell'ultimo confronto al Camp Nou, vinto dalla Juventus 2-1 ai supplementari. In quel caso segnarono Nedved e Zalayeta, un ricordo ancora ben impresso nelle meni degli juventini e dello stesso Iuliano, che ce lo racconta così.

- Cosa vi disse Lippi, allenatore di allora, prima di entrare in campo in quell'occasione?
"In queste partite non si dicono tante parole, soprattutto in questi casi, erano già preparate molto bene e con giocatori straordinari, perciò era facile per Lippi essere di poche parole. Anzi proprio queste sfide hanno bisogne di poche frasi, bastano da sole per caricare e caricarsi, già il fatto di essere lì ti porta a dare il massimo. Poi qui si estese fino ai supplementari: fu una gara difficilissima, dura che sembrava compromessa... vincevamo 1-0, poi il paeggio e l'espulsione di Davids, poi segni quasi al 120' ed è esploso l'entusiasmo.

- Il Barcellona del 2003 aveva gli olandesi, questo la MSN: chi è peggio?
"Gli olandesi erano straordinari, ma lo sono anche questi che ci sono adesso. Sono due squadre diverse, ma con la stessa filosofia, da quando è arrivato Cruijff il Barcellona gioca sempre nello stesso modo: non aspetta mai l'avversario, gioca sempre, fa molto Tiki Taka, l'ha sempre fatto. Cambiano gli interpreti sicuramente, ma non il gioco anche se questo attacco è straordinario". 

- Allegri più volte ha ripetuto la parola lucidità, per quanto riguarda la gestione della gara. Qual è il pericolo maggiore per la Juventus?
"Il pericolo è la Juve a Barcellona contro il Barcellona, ma la Juve in qusto momento è allo stesso livello se non addirittura più forte in alcuni reparti. Non deve temere nulla, deve giocarsi la partita, e farlo com sicuramente l'avrà preparata bene Allegri. Poi anche il precedente del Paris Saint Germain può essere un vantaggio per i bianconeri: hanno già visto come è andata ed è servito come lezione. La Juve poi non è il PSG come filosofia difensiva, non ha paura di attaccare e contrattaccare qualsiasi squadra, mentre i francesi si sono chiusi tutti al limite dell'area con Cavani appena fuori e non penso che loro commetteranno lo stesso errore. Anzi sono consapevoli di essere anche più forti in alcune zone del campo".

- Luis Enrique ha detto che il secondo gol porterà la firma del Camp Nou. Quando si entra lì in un attimo 100 mila persone, tutte intente a gridare "Barça, Barça": le gambe tremano? 
"E' talmente bello il colpo d'occhio così che le gambe non possono tremare, è incredibile cresce la voglia di giocare, quello sì. Pensi soltanto a dare il meglio di te stesso, il fattore pubblico lo senti solo nel riscaldamento, dopo svanisce, perchè sei concentrato solo sulla partita, sulla precisione tecnica e tattica, che non ci si fa più condizionare dal pubblico e dall'ambiente. Alla fine si gioca 11 contro 11".

- Zalayeta entra e segna a sei minuti dalla fine, qual è stato il suo primo pensiero?
"E' stato un gol liberatorio, dopo una sofferenza così, con le squadre stanche e tutto in apparenza compromesso, al 114' minuto: è qualcosa che non si riesce a descrivere".

Domani la seconda parte di questa intervista esclusiva con Mark Iuliano, si parlerà di futuro, ma anche di passato: tra Juve, Zidane, qualche aneddoto e il celebre caso con Ronaldo.