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C’è un giocatore della Juventus in grado di ergersi anche al di sopra delle ultime critiche e dei mugugni dell’Allianz Stadium, derivanti da un periodo ricco di prestazioni deludenti. Per Giorgio Chiellini arrivano sempre e solo applausi, a maggior ragione dopo un’estate che ha rinforzato ulteriormente il suo status di leader all’interno dello spogliatoio bianconero.

IL MIGLIORE - Con l’addio di Leonardo Bonucci, Chiellini si è caricato la difesa juventina sulle spalle, quasi responsabilizzato dal “tradimento” inatteso della punta di diamante dell’ex BBC. L’inizio di stagione è stato in linea con questo stato d’animo, sfogato in rabbia agonistica più che in dichiarazioni fuori luogo (e anzi, il suo saluto al numero 19 ha un ché di commovente: “E’ stato un compagno di tutto, a livello umano mi mancherà tanto”). Giorgio è così, tanto arrosto e poco fumo. Numeri alla mano, è uno dei giocatori più continui della Juve 2017-18, certamente il migliore in una difesa mai così cigolante: una media di 2.2 intercetti a partita in Serie A e di 2 tackles per match in Champions, 87% di passaggi riusciti in stagione (il ché, per uno che non ha mai fatto della qualità palla al piede il proprio punto di forza, non è affatto scontato). Attenzione però a non scambiare questa crescita in un fenomeno naturale: questo Chiellini 2.0, ringiovanito improvvisamente a 33 anni, è comunque figlio di una chiara emergenza. E, in vista del futuro, la Juventus farebbe bene a ricordarlo.

FINISCE UN'ERA - L’attuale contratto di Chiellini con la Juve scadrà tra pochi mesi, ma - come da lui stesso ribadito - il rinnovo rappresenta poco più che una formalità. L’idea di un prolungamento “a vita” è il giusto premio per una colonna che mai ha fatto mancare il proprio apporto alla causa bianconera, dalla Serie B ai sei scudetti consecutivi. Eppure, dopo 443 presenze ufficiali con la Vecchia Signora, sarebbe un errore fatale considerare il difensore toscano la cura a tutti i mali che affliggono e affliggeranno la formazione di Allegri. Soprattutto osservando il rendimento improvvisamente a picco di un altro protagonista di molte battaglie come Andrea Barzagli. Il tempo trascorre per tutti e sarebbe da autolesionisti, prima ancora che ingenui, ignorarlo. Dunque ben venga la firma sul contratto, ma non chiedete a Chiellini l’impossibile: non aspettatelo a scudo alzato in Serie A, Champions League e Coppa Italia come se la ruggine gli fosse semplicemente estranea. Servono alternative e servono immediatamente, visto il ricorso continuo - e a tratti cocciuto - da parte di Allegri alla vecchia guardia e la fiducia in Rugani che sembra essere venuta meno. L’era di Caldara arriverà presto, ma quella di Chiellini non può durare a lungo: è l’enorme differenza tra un rinnovo a vita e un “titolare a vita”, prigioniero di una necessità che trasformerà inevitabilmente gli applausi in mugugni.

@mcarapex