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Ho sempre benedetto la mia professione di inviato non soltanto perché mi ha permesso di dare libero sfogo alla mia passione di poter vedere per poi raccontare, ma anche e forse soprattutto perché mi ha concesso l’opportunità di poter conoscere il mondo e le diverse tipologie di persone che lo abitano. Senza lo strumento del giornalismo attivo, insomma, oggi avrei visto poco o nulla delle tante cose che custodisco nella memoria sicchè sarei decisamente più povero dentro.

Una curiosità che, in ogni caso, può essere soddisfatta anche da coloro che pur svolgendo una professione differente possiedono il tempo, il denaro sufficiente e soprattutto il desiderio dell’approfondimento socio-umano-culturale. Per loro, se sono anche appassionati di pallone, le manifestazioni europee di Coppa possono rappresentare un momento nevralgico in questo senso. Naturalmente se si decide di evitare il classico blitz un po’ becero da una botta e via albergo-stadio-ristorante-albergo e per poi tornarsene a casa senza quasi manco sapere dove esattamente si è stati. Un turismo calcistico, insomma, intelligente.

Il popolo della Juventus, cioè i più fortunati e senza grossi problemi economici, si sta preparando a migrare in Portogallo. Un Paese bellissimo pur nella crepuscolarità della sua gente e nella struggente malinconia del “fado” per il quale la grande Amalia Rodriguez fu la musa planetaria. Porto, dove giocheranno i bianconeri, è la terza città portoghese con il suo milione e settecentomila abitanti. Eppure riesce a proporsi come un luogo ancora a misura d’uomo. Meno di quanto sia stato a Lisbona, ma tre o quattro volte mi è capitato di soggiornare a Porto. Qualche “dritta” mi piace darla ai nostri tifosi non occasionali. Magari poi, al ritorno in Italia, mi sapranno dire.

Intanto per prima cosa non perdetevi un paio di giri in tram. Vetture d’epoca di grande fascino sulle quali potrete visitare in lungo e in largo tutta la città. La linea numero 1 entra nel cuore del centro storico mentre la 2 costeggia sino all’Oceano il grande fiume Douro. Con due euro ve la cavate. Per chi ama i libri e i luoghi magici, una fermata è necessaria in rua des Carmelitas dove in un prezioso palazzo dell’Ottocento due fratelli, Lello ed Ermaco, gestiscono da anni una libreria specializzata in volumi di arte. Vale la pena andarci anche soltanto per vedere i locali. Tre euro di biglietto di ingresso che verranno scalati se comprate anche solo un libricino.

Sempre in tram arrivate alla Torre des Clericos. Da lassù potrete ammirare lo spettacolo unico e mozzafiato della città ai vostri piedi ritagliata sullo sfondo dell’Atlantico che le sue onde lunghe. Da lì arrivarono i Romani di Cesare, poi i Mori e infine le navi napoleoniche. Nessuno di loro riuscì mai ad espugnare e a conquistare quelle coste. Poi, ovviamente, sentirete fame. Allora tornate in centro città e, in rua Dos Passos Emanuel, infilatevi al Cafè Santiago. Ordinate una “francesinha” con una buona birra alla spina. Vi arriverà un fagottino (mica tanto “ino”) ricopeto da formaggio fuso con dentro carne, salciccia e uovo. Una delizia per nove euro di spesa.

Per favorire la digestione, magari in taxi questa volta che costa pochissimo, raggiungete la “via del vino porto” che si snoda lungo il fiume contornato da vigne e sostate alla cantine de Gaya. Un bicchierino di quel liquore moderatamente alcoolico vi farà solo bene e avrete ancora le energie per arrivare sino al Faro che domina l’Oceano. Da lì potrete ammirare uno scenario da favola con il sole al tramonto che si tuffa nel Grande Blu. Sarà dunque arrivata l’ora della partita e voi sarete un poco più ricchi con modica spesa. Tutti allo stadio e alè Juve!

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