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Tra i primi cinque al mondo, anzi forse tra i primi tre. E' il sunto delle parole di Buffon che tra un intervento decisivo e l'altro, ieri sera, ha potuto anche lui ammirare un fenomeno in azione: Paulo Dybala. Joya e gioiello bianconero, che splende più di tutti quando più conta: in Champions League, contro il temuto e fortissimo Barcellona, sotto due occhi speciali, quelli di Leo Messi. Una sera che l'ha consacrato come successore, anzi Il Successore, non solo il patria, ma anche in Spagna e Italia. Un parere che naturalmente divide, per un paragone ad oggi ancora troppo forte, ma considerando la crescita esponenziale degli ultimi due anni - sempre per parola di Buffon - legittimo.

LE PAROLE DI BUFFON - "La crescita in questi due anni è stata esponenziale: ha trovato la consacrazione. E' già da tanto che dico che Dybala vale i primi cinque giocatori del mondo, perchè non sfigura nemmeno tra i primi tre. E' normale che le cose si dimostrano in queste partite e in queste gare. Questa partita conferma quello che da tempo si dice su di lui". Top 5 al mondo, forse anche 3, ma è veramente così?

PERCHE' NO - Messi - e non ce ne vogliano i sostenitori della vecchia querelle con Ronaldo o Maradona - è il giocatore più forte della storia del calcio, perciò il paragone con lui è, ad oggi, un eccesso. I numeri della Pulce, alla stessa età di Paulo, erano ben più elevati: 53 gol e 28 assist in 65 partite, di cui 12 reti in Champions, 31 in Liga, 7 in Copa de Rey e 3 in Supercoppa. Ma soprattutto aveva già vinto 2 Champions League e 2 Palloni d'Oro, avviandosi al terzo titolo in entrambe le categorie, arrivati al termine del campionato. Esploso diverso tempo prima della Joya è migliorato giorno dopo giorno, anno dopo anno, portando sempre il suo gioco ad un livello maggiore. E nemmeno l'età può fermare il genio. Forse proprio questa è ed è stata la capacità migliore, quella che lo rende irraggiungibile: la continuità dopo un esplosione molto prematura. 

PERCHE' SI' -  Questi 90' contano più di tante tantissime partite di campionato, e non solo per i gol. Contano per spirito, per modo di affrontare la gara, per istinto da killer spietato, per la voglia di superare ogni ostacolo, divorando quasi senza rispetto una delle squadre più incisive della storia. Chiaramente il merito non è solo di Dybala, alla base c'è una grande prestazione del gruppo - quasi superfluo sottolinearlo -, ma la Joya ha confermato in quei 90' di essere il talento più puro di tutta la Serie A, nonostante sia destinato a crescere ancora molto. Trascinante, guizzante e dominante, così ha sgretolato il Barça, mostrando solo la targa posteriore a gente come Mascherano, Iniesta e Piquè. Poco importa, dunque, se alla voce gol in campionato corrisponde solo il numero 8, perchè l'apporto generale conta più della realizzazione personale, specie se le vittorie arrivano comunque. Il sigillo va messo al momento opportuno: per informazioni chiedere a Barcellona, Napoli e Milan.