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Oltre 160 milioni di euro. E' questa la cifra sborsata dalla Juventus per costruire una squadra evidentemente fondata su tre vertici. Il primo è stato Paulo Dybala, pagato 32 milioni più 8 di bonus nell'estate 2015. Il secondo Miralem Pjanic, attivando una clausola rescissoria pari ad altri 32 milioni. Infine, l'acquisto più importante e mediaticamente fragoroso, Gonzalo Higuain: 90 milioni di euro.

MIRE OUT - L'attenzione puntata su questi tre "tenori", per usare un linguaggio di altri tempi, assume un significato spaventoso se guardiamo alla sconfitta contro la Fiorentina (la quarta in campionato per i bianconeri). Sì, perché al di là della delusione per una performance senza giustificazioni che ha portato via alla squadra di Allegri tre punti fondamentali per la lotta al titolo, c'è un altro dato da analizzare: ieri, per l'ennesima volta, i tre campioni su cui doveva basarsi la Juventus 2016-2017 non hanno giocato assieme. Mancava Pjanic, risparmiato (parole del tecnico) per un "lieve infortunio" subito in allenamento, anche se probabilmente le scelte tattiche lo avrebbero comunque confinato in panchina.

LONTANANZA - Tra infortuni e decisioni dettate dalla precauzione o dal modulo, l'ultimo match che Miralem, Paulo e Gonzalo hanno disputato l'uno accanto all'altro (se escludiamo il recente 3-0 al Bologna) risale al 22 ottobre. Si giocava a San Siro contro il Milan e una maledetta casualità costrinse Dybala a uscire dopo soli 33 minuti: la Joya è tornata in campo da titolare due mesi e mezzo più tardi. Ma anche prima di quello sfortunato evento, il trio di top player bianconeri ha collezionato pochi, pochissimi minuti insieme. Soprattutto nelle sfide decisive: contro l'Inter a settembre Higuain partì dalla panchina, nel match dello Stadium contro il Siviglia era Pjanic il grande assente (subentrò soltanto a venti minuti dal fischio finale). E' quasi come il gioco delle tre carte, in cui una rimane sempre scoperta. Addirittura, nel brutto pomeriggio di Marassi contro il Genoa l'unico titolare del terzetto era Pjanic, così come nel match di Champions disputato al Sanchez Pizjuan.
 
Chiamatela sfortuna, chiamatela mancanza di programmazione: certo è che la Juve vista nella prima parte di stagione non ha quasi mai rispecchiato ciò che, nei piani iniziali, doveva essere una vera e propria corazzata. 

@mcarapex