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Tutti gli occhi su di lui, quasi fosse il diamante più grosso all’interno di una gioielleria prestigiosa (e non a caso il soprannome, fin dai tempi dell’Instituto, è la Joya). Dieci gol nelle prime sei partite di campionato, appena due nelle restanti nove: Paulo Dybala sta attraversando un periodo di appannamento del tutto inedito all’interno della propria esperienza bianconera. Ma la flessione è evidente anche a distogliere lo sguardo dai freddi numeri sotto porta. A guardarlo deluso e a gambe incrociate lontano dai compagni della panchina, al momento della sostituzione nel secondo tempo di Olympiacos-Juve, non sembra neppure di riconoscere il fenomeno della "Mask", quello che aveva mandato a casa il connazionale Messi con la stupenda doppietta al Barcellona della scorsa stagione. Proprio le due perle che avevano fatto nascere la suggestione di un nuovo Pallone d’Oro juventino, oltre un decennio dopo Pavel Nedved.

JOYA IN PANCHINA? - Nella classifica ufficiale comunicata ieri da France Football, invece, Dybala non figura neppure nella top 10. Nella serata del quinto trionfo di Cristiano Ronaldo, per il talento di Laguna Larga è arrivata una sentenza pesante: quindicesimo, pochi punti più di Marcelo del Real Madrid e di poco inferiore a Kevin De Bruyne del Manchester City. Per capire: il coetaneo Harry Kane, uno che nel Tottenham e nella Nazionale inglese sta sfondando record su record pur non avendo evidenti velleità di titolo, è di cinque posizioni sopra a Paulo. Non che il ranking dei candidati al Pallone d’Oro rappresenti una vera e propria discriminante, ma il segnale è comunque rumoroso per un giocatore che fino a pochi mesi fa poteva salire sul tetto d’Europa e contendere a CR7 un premio diventato mai così scontato. Chi è il vero Dybala? Quello dominante di inizio stagione o la controfigura nervosa e imballata di dicembre, l’alieno della migliore notte recente di Champions o l’attaccante irritante del Karaiskakis? Allegri, dalla sua, continua a predicare calma: “Non è preoccupante il suo momento, l’importante è ritrovare la condizione”. Quella che a settembre mancava a Gonzalo Higuain, costretto non a caso a due panchine consecutive. “Tutta la mia carriera è stata così”, conferma il Pipita, spezzando una lancia in favore dell’amico Dybala: “Se segnavo sempre era una cosa normale, se non segnavo per due partite mi massacravano”. Molti tifosi bianconeri, dalla loro, si sono però pronunciati in favore di un’eventuale esclusione di Paulo nei prossimi impegni stagionali. Perché, in fondo, un vero numero 10 non può essere un semplice numero 15.


@mcarapex