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C’èl’immancabile maschera stilizzata, simbolo inventato e fatto proprio - quasi per caso - da un giocatore che da promessa del calcio italiano si è trasformato sempre di più in icona a livello europeo: Paulo Dybala. Quella mask (l’esultanza “da gladiatore” mimata a partire dallo splendido gol contro la Lazio dello scorso gennaio) da oggi è parte di un brand più grande, un segno capace di influire sullo sviluppo del campione e di riflesso su quello della Juventus.

JOYA DA MERCHANDISE - Da ieri i prodotti della Dybala Collection sono ufficialmente in vendita presso il sito Shirt Paradise: magliette, felpe e cappellini griffati dalla Joya, tutti rigorosamente in bianconero. La rivoluzione, scontata al primo impatto, non è da sottovalutare: in un’epoca in cui i calciatori - prima che atleti - simboleggiano delle aziende, una promozione individualizzata rappresenta uno step decisivo. Senza scomodare il CR7 footwear di Cristiano Ronaldo (vera e propria casa di moda) o il brand A-Z di Zlatan Ibrahimovic, i prodotti di Dybala ribadiscono la crescita economica e sportiva del talento di Laguna Larga. Una versione embrionale dello store online di Neymar, per citare un giocatore costantemente nella top 5 delle magliette più vendute a livello mondiale. Perché anche e soprattutto di questo si tratta, osservando lo scenario dal punto di vista di un club: un incremento degli incassi derivante dallo sviluppo del merchandise. Il Manchester United, nella prima settimana dall’annuncio di Ibra la scorsa estate, ha venduto magliette con stampato il suo nome per un totale di 90 milioni di sterline. Un mese dopo la quota dello svedese era già stata superata da Pogba, con i Red Devils dei Glazer a battere cassa. La Juve - già al nono posto in Europa per kit acquistati, con un logo tutto nuovo da lanciare sul mercato e in procinto di cominciare una International Champions Cup utilissima a livello di indotto - potrebbe giovare sempre di più di un’estensione del brand Dybala.

ONORI E ONERI - Certo, il progresso di Dybala sul fronte delle prestazioni sportive e dell’immagine, esigerà presto uno sforzo proporzionalmente adeguato da parte del club campione d’Italia. Dybala21 (come da titolo del sito ufficiale) non è ancora una firma di potenza eguale a CR7, ma il successo riscosso dalla Mask - diventata virale in tutto il mondo a poche ore dalla sua diffusione - è l’ennesima riprova dello stato di grazia attraversato dal talento di Laguna Larga. Un’esultanza accostabile al “You used to call me on my cellphone” di Antoine Griezmann, che la utilizzò persino per un famoso spot di deodoranti. Griezmann, che con il recente rinnovo fino al 2022 con l’Atletico Madrid (clausola rescissoria da 100 milioni di euro) si è visto praticamente raddoppiare il precedente ingaggio da circa 6,5 milioni a stagione. Un segnale nei confronti delle pretendenti, che da tempo si sono messe in fila anche per il numero 21 bianconero: Real Madrid e Barcellona in primis (Dybala sale, titola stamattina il Mundo Deportivo), in una corsa folle a cui il club dovrà tener testa. “Da grandi poteri derivano grandi responsabilità”, sentenziava un famoso film di supereroi. La Juve ha trovato il suo supereroe, con un potere destinato a crescere (sul mercato, così come in campo), e adesso la responsabilità si fa inevitabilmente più pressante: oneri e onori della Dybala mask.

@mcarapex