commenta
Gonzalo Higuain è tornato, cancellando uno dei tormentoni che ha accompagnato l'avvio di stagione della Juve. In contemporanea, però, si è spento Paulo Dybala, che, quando il Pipita era in cerca della forma migliore, ne ha fatto le veci in zona gol, andando in rete con una continuità ai limiti dell'irrealistico e dando l'impressione di poter fare semplicemente qualunque cosa gli venisse in mente. Come se nel mancino ci fosse una bacchetta magica e nella sua testa gli incantesimi nascessero spontanei. Quella Joya, però, ora sembra scomparsa. Le statistiche lo premiano, con un bottino di 11 gol in Serie A, ma solo uno nell'ultimo mese e su punizione. Ma a preoccupare, non è solo l'astinenza sotto porta. Il Dybala d'ottobre sembra un altro anche sotto tanti altri aspetti. Nervoso e impacciato, deve cambiare marcia.  

SPORTING DA INCUBO - Alex Sandro gli ha rubato la scena in senso negativo, ma a Lisbona l'ex Palermo ha faticato almeno quanto il brasiliano. Ha esibito voglia di incidere, calpestando con costanza le sue zone di competenza, ma il mancino è sembrato scarico esattamente come contro il Milan e il guizzo con cui solitamente semina avversari è stato una vera rarità. Non esattamente come i tifosi sono abituati. E sta diventando abitudine non vedere il vero Dybala, tra l'altro ancora una volta nervoso al momento del cambio. Infuriato senz'altro anche con se stesso per la prestazione, ma ennesima dimostrazione di un momento non facile. 

ESSERE UN CAMPIONE - Per diventare quel giocatore che è destinato ad essere, queste serate devono avere obbligatoriamente un sapore diverso. Quando il gioco si fa duro, lui deve essere trascinatore, soprattutto quando il livello dell'avversario si alza. Dal punto di vista caratteriale, Paulo, è ancora troppo fragile, influenzato dalle prime giocate e vittima delle sue stesse parue. Ambisce a raccogliere l'eredità di Messi e Neymar, per farlo deve obbligatoriamente svoltare. Anche perché la Juve vuole ergerlo a simbolo e un simbolo, davanti alle difficoltà, deve essere il faro, la luce che scaccia l'oscurità. Spegnersi non è un'opzione.