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Paulo con le mani fa 10. Paulo veste 10. Paulo è 10. Paulo prende il pallone, lo coccola e se lo porta a casa. Sì, è suo. La prima tripletta da quando è in Italia, la prima tripletta della Juventus dopo 4 anni. Nel 2013 fu sempre un argentino, fu sempre un numero 10 a segnare 3 gol in 90', contro il Parma. Da Carlitos Tevez a Paulo Dybala: un passaggio di testimone simbolico, e purchè casuale anche piuttosto significativo.

L'APACHE - Sì, perchè l'Apache è stato l'ultimo 10 della Juventus, se a quel numero associamo qualità e caratteristiche, nonchè nobiltà, date al numero dalla storia. Non che il successore intermedio Pogba non avesse doti o colpi da 10, ma l'ideale è tutt'altro: meno statuario, più sgusciante. Più Tevez, o ancor più Dybala. Tra Fuerte Apache e Laguna Larga, rispettivi luoghi di nascita dei Diez argentini ci sono 636 chilometri. E molti di più ce ne sono tra l'Italia e la Cina. Così i due, forse anche per comodità, hanno deciso di incrociarsi alla Juve, dopo che nel 2014 si sfiorarono soltanto. Mentre la Joya volava da Palermo a Torino, Tevez si faceva prendere dalla nostalgia di casa, del suo barrio e ritornava a Buenos Aires, nel calore della Bombonera. Ma in un modo o nell'altro erano destinati a toccarsi. Tra i due, però, c'è una differenza sostanziale.

A CONFRONTO - Sì, Tevez è stato importantissimo per le sorti bianconere - tra campionato e Champions League 2015 - come un teaser in grado di dare la scossa in ogni momento, alla faccia di chi lo credeva bollito dalle esperienze oltremanica. Nessuna paura del passato, del presente e del futuro e la voglia di prendersi ogni responsabilità. La 10 subito e via, per sottolineare: "E' arrivato un top player". Dybala no, lui se l'è sudata fino all'ultima goccia, fin dal primo giorno alla Juve, con gol, assist e magie. E ora se la gode, se la coccola, rendendola sempre più speciale. Un percorso ad ostacoli, dribblando avversari e critiche, che lo porta ad un livello notevolmente superiore rispetto a quello dell'Apache. E non solo per questioni anagrafiche. Entrambi tanto importanti per la Juve, ma un confronto tra loro risulterebbe - con tutto il rispetto - impietoso. 

LA JOYA - "Dybala non si vende", urlano i tifosi bianconeri... ebbene, hanno ragione. Perchè al di là dei vari giochi e degli sfottò sulle valutazioni, un giocatore così la Juve (come le altre) non lo trova più. Alle magie e ai giochetti, ha aggiunto una buona dose di killer istinct e soprattutto ha elevato la qualità del suo tocco sul pallone. Lo coccola negli spogliatoi, tanto quanto in campo, quando lo accarezza con suola per farlo scomparire dalla vista degli avversari o lo spinge dolcemente in buca con l'interno. E' come se la 10 gli avesse dato quella consapevolezza che mancava. Ma, per la Juve è tempo di girare le lancette e tornare indietro... a due 10 fa. Come per Del Piero, per Dybala si può solo resistere. Al Barcellona quest'anno, al Real Madrid l'anno prossimo, al Manchester United quello dopo, e così via, fino alla fine.

@MenonAndrea