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La forza di una squadra vincente non si trova solamente nel suo potenziale tecnico piuttosto che nelle sue caratteristiche fisiche. Le componenti che determinano nei fatti la superiorità di un determinato collettivo sulle avversarie possono anche scavalcare il puro dato agonistico il quale, comunque, rimane l’elemento di base sul quale poggia l’intero impianto di successo. Persino la presenza di un massaggiatore speciale nello spogliatoio può alla lunga incidere sulla prestazione dei giocatori quando viene a giocare un ruolo psicologico importante. Impossibile, a questo proposito, non ricordare la figura di Mimì Carmando il quale per il mitico Napoli di Diego Maradona rappresentò un elemento irrinunciabile e certamente non perché faceva gol o perché parava bene. Senza di lui, delle sue parole, delle sue confidenze e dei suoi suggerimenti i giocatori si sentivano un poco spiazzati. Persino "El Pibe".

La Juventus di oggi è la squadra che meglio di ogni altra riesce a coniugare il termine successo con quello di organizzazione a tutti i livelli. Anche nel suo caso gli elementi che la impongono chiaramente un gradino sopra la concorrenza sono variegati. Uno di questi è significato dall’allegria e dalla gioia di giocare che i ragazzi di Allegri dimostrano di possedere oltre la giusta cattiveria agonistica e la fame mai saziata di trionfi. 

"Cuor contento il ciel l’aiuta" verrebbe da dire citando un antico proverbio sempre di grande attualità. Ebbene, sotto questo aspetto particolare ma non accidentale da essere trascurato, la squadra bianconera rischia di privarsi di un importante pezzo legato al concetto di pensar positivo sempre e comunque.

Ciò accadrebbe se veramente Marotta e Paratici decidessero di mettere ufficialmente sul mercato e addirittura di cedere per evidenti vantaggi economici un giocatore come Juan Cuadrado. Il colombiano, infatti, oltre ad essere un campione autentico e ad aver fatto breccia nel cuore della tifoseria bianconera rappresenta quel valore aggiunto importantissimo del quale parlavo prima, che si chiama allegria. Una qualità che peraltro, in campo e fuori, il ragazzo sa trasmettere a ciascun compagno anche nei momenti di maggior difficoltà psicologica allorchè diventa indispensabile alleggerire e sdrammatizzare per non rimanere intrappolati nella tensione.

Un poco ciò che accadeva in un’altra Juventus del passato prossimo. Quella allenata da Marcello Lippi nella quale giocava un altro sudamericano ovvero Mauro Camoranesi. Di lui i compagni dicevano che quando era assente per motivi diversi il suo non essere in campo pesava tremendamente e non solo per una questione tecnico-tattica. Era la zattera di salvataggio in caso di tempesta. Non ne esistono molti di giocatori simili in circolazione. E chi ha la fortuna di averli deve tenerseli ben stretti. Per questo l’augurio di tutto cuore è che i responsabili del mercato bianconero tolgano ufficialmente Juan Cuadrado dalla bancarella dei prodotti a vendere. Anche perché l’allegria contagiosa e produttiva non ha prezzo.