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La Juve di oggi, quella che non sogna più il triplete ma che punta spedita verso la conquista di campionato, Champions e Coppa Italia, in fondo ha una data ben precisa di inizio. 31 ottobre 2015, guarda caso giorno di derby: la Juve supera il Toro all'ultimo respiro grazie ad un intervento in scivolata di Juan Cuadrado sotto porta, con tocco di fondoschiena che fece il giro del mondo. I bianconeri arrivavano dal ko del Mapei Stadium col Sassuolo, dal peggior avvio di stagione di questi sei campionati: da quel colpo di 'fortuna' e caparbietà di Cuadrado, poi la Juve risalì fino alla conquista del quinto Scudetto ritrovandosi e riscoprendosi più forte di prima, ponendo le basi per diventare la squadra che ora è pronta a scrivere la storia. Una squadra che ha saputo cambiare più volte forma, mai realmente la sostanza. Una squadra che nel suo mutare continuo ha avuto in Cuadrado una delle motivazioni principali della svolta al 4-2-3-1 che ha cambiato in meglio l'inerzia della stagione bianconera.

 

TOCCA A JUANIl progetto col rombo, più volte tentato e mai realmente capace di adattarsi a questa Juve, lo avrebbe escluso relegandolo a quel ruolo di dodicesimo uomo che in più di un'occasione era stato ribadito da Max Allegri. Eppure i numeri parlavano di un Cuadrado tanto più decisivo potendo giocare dal primo minuto rispetto a quanto fatto a partita in corso. Con una Juve a corto di idee, continuare a tenerlo fuori o costringerlo a un lavoro di sacrificio nel 3-5-2 sembrava uno spreco: economico, considerando i 29 milioni complessivi che verrà a costare, e soprattutto tecnico. Anche per non sacrificare più lui, Allegri ha varato questo 4-2-3-1 a tutta fantasia. Causa ed effetto allo stesso tempo, con Cuadrado in più di un'occasione capace di dare la sensazione di essere all'apice della propria carriera. Pochi i gol, appena tre, ma tutti pesantissimi: quello di Lione e quello con l'Inter pure bellissimi, quello con la Samp 'solo' molto importante. Di grande valore, ma pochi considerando il bottino di minuti collezionati già in grado di superare il totale della passata stagione quando ne segnò 5. Ed ora, dopo un turno di riposo col Monaco ed un passaggio a vuoto con l'Atalanta, tocca di nuovo a lui contro il Toro per un derby da vincere per avvicinare definitivamente il sesto leggendario Scudetto. Magari risultando decisivo in zona gol, per chiudere quel cerchio aperto proprio da un suo colpo, seppur fortunato, proprio nel derby dello Stadium un anno e mezzo fa.