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La Juve, dalla Supercoppa contro la Lazio, era tornata a Torino con pochi motivi per sorridere. Il principale, senza ombra di dubbio, era la doppietta di Paulo Dybala. L'argentino, alla prima con la maglia numero 10, ha dimostrato tutto il suo talento, segnando due gol da calcio piazzato: prima una punizione meravigliosa, poi il rigore del momentaneo 2-2. Un nuovo inizio, il modo per mandare un messaggio alla nuova stagione: sarà l'anno di Dybala. E alla prima di campionato, è arrivata un'ulteriore conferma.

JOYA, GIOIA - Nuovo numero e nuovo Paulo. Più libero di muoversi e galleggiare tra le linee, più anarchicamente ordinato che mai. È un ossimoro? Sì, ma ormai abbiamo imparato che certi giocatori rendono possibile l'impossibile. E Dybala fa sicuramente parte di quella cerchia molto ristretta. Alla prima all'Allianz Stadium, fa impazzire i tifosi e la difesa avversaria. Quando retrocede per dettare tempi e inserimenti è da stropicciarsi gli occhi, quando si mette in proprio è pura essenza. Sono quei rari momenti in cui il tempo sembra fermarsi, e non perché il Var potrebbe cancellare tutto. Il tempo si piega al volere dei campioni, che fermano tutto, vedono e poi ripartono, facendo cose che non sarebbero normali. Pensano diversamente, e questa è una delle cose che più impressiona. 

TUTTOFARE MAGICO - Nel finale Allegri gli chiede di fare il centravanti, il falso nueve, direbbero in Spagna. Lui inizialmente è perplesso, si volta verso Mandzukic, che quel ruolo l'ha ricoperto per anni, poi non batte ciglio. Senza timore e senza contraccolpi si mette avanti, attrae i difensori avversari, sfiora anche il gol del raddoppio e veste i panni del centravanti. Lo fa a modo suo, ovviamente, con tempi e movimenti non proprio tipici del ruolo, ma il risultato è bello ed efficace. Un incanto. E la sensazione è che quel '10' sia esattamente dove deve stare. Con la speranza che ci resti a lungo, perché le cose belle non stancano mai e di Dybala non se ne ha mai abbastanza. Quando si scende nuovamente in campo? Non vediamo l'ora di rivederlo. 

@Edosiddi