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C’è una novità. Un evento non di poco conto visto che va a toccare e a stravolgere la secolare filosofia famigliare della dinastia Agnelli dove il ruolo femminile è sempre stato volutamente considerato marginale e comunque estraneo alla gestione dell’impero aziendale.

In queste ore si prefigura sempre più seriamente l’ingresso di Donna Allegra, mamma di Andrea, nella Juventus con addirittura l’incarico di presidente. Ciò potrà accadere se si realizzeranno due accadimenti precisi: 1) Se la procura stabilisse di sospendere, pare per due anni, l’attuale numero uno bianconero per le note vicende legate allo sbigliettamento connivente con amici “pericolosi”. 2) Se John Elkann decidesse di rinunciare alla presunta scalata della società e permettesse che le cose continuassero a stare come sono adesso.

Ebbene, in questo caso sarebbe proprio la madre di Andrea ad assumere la carica più importante seppure ad interim e comunque con dietro il figlio costretto ufficialmente a non comparire. Una situazione naturalmente più legata alla forma che non alla sostanza, ma lo stesso rivoluzionaria per la Storia della Dynasty torinese. Quando a Gianni Agnelli veniva chiesto che cosa ne pensasse dell’amore, lui rispondeva sempre allo stesso modo che poteva sembrare snob ma che in realtà dava un senso preciso al suo latente maschilismo: “L’amore è un sentimento buono soltanto per le cameriere”. Una convinzione, quella espressa dall’Avvocato, farcita di un cinismo che arrivava da molto lontano.

Da suo nonno, il senatore Giovanni e fondatore della Fiat, il quale arrivò al punto estremo di pagare i giudici di un tribunale per strappare i suoi nipoti alla madre Virginia Bourbon “colpevole” di avere una relazione con lo scrittore e play boy Curzio Malaparte dopo essere rimasta prematuramente vedova. Una “mala education” classista che proseguì senza eccezioni e che regolò il rapporto uomo-donna in Casa Agnelli.

​Clara, Maria Sole, Cristiana e Susanna erano le sorelle di Gianni e di Umberto anche di Giorgio, morto giovanissimo in circostanze misteriose). Ebbene la sola Susanna riuscì a ribellarsi in parte da quella sorta di assoluta dipendenza pratica e morale alla quale dovevano sottostare le donne degli Agnelli. Susanna possedeva il carattere forte del fratello Gianni del quale era peraltro fedele confidente, ma ciononostante mai venne chiamata in causa quando si trattava di operare nella stanza dei bottoni dell’azienda. Intervenne direttamente soltanto dopo la morte di Umberto affidando a Montezemolo la presidenza della Fiat per evitare che cadesse nelle mani della Banche pronte a smembrarla.  Ma quello fu l’unico atto al femminile di una certa valenza.

Le stesse consorti dei “due fratelli” hanno sempre vissuto ai margini dell’impero pur godendo di tutti i privilegi. Donna Marella, moglie di Gianni, per tutta la vita si occupò dei suoi fantastici giardini e della salute dei suoi cani husky. Antonella Piaggio, prima consorte di Umberto, viveva lontano da Torino nella sua tenuta di Pontedera in Toscana dove allevò da sola Giovanni Alberto. Margherita, figlia dell’Avvocato e sorella del povero Edoardo, si realizzò limitandosi a fare la mamma a tempo pieno e di una tribù foltissima. Il giorno in cui tentò di entrare nel gioco aziendale venne allontanata a suo di milioni. Avery, mamma di Asia e moglie seppure per poco tempo di Giovannino, venne liquidata in tutta fretta appena dopo la morte del giovane erede e ora vive a New York sena avere più alcun contatto con la famiglia.

Un quadro, se vogliamo, non certo troppo edificante e sicuramente oscurantista per l’immagine ben radicata dell’altra metà del cielo in casa Agnelli. Del resto il fatto che nessuna di queste donne abbia mai protestato il proprio desiderio di “contare” significa che a ciascuno di oro andava bene così nel ruolo di “regine consorti”.
 Adesso, complice la Juventus e la sua situazione ancora piuttosto liquida a livello di gestione, si delinea quella che sarà un’autentica “rivoluzione culturale” all’interno del “clan” più maschilista del mondo, Donna Allegra non sarà la prima presidente per la storia di una società calcistica, ma certamente sarà la prima donna a rivestire ufficialmente un ruolo di potere all’interno di una struttura dove la componente femminile è stata sempre tabù.