commenta
Non accadeva dalla stagione 1994/95 e già questo dato basta per spiegare quanto sia inusuale vedere la Juventus in campo con un solo titolare italiano. Ieri sera è stato Giorgio Chiellini l’unico calciatore azzurro a scendere in campo dal 1’ contro il Verona e sebbene Allegri abbia poi inserito Bernardeschi, Marchisio e Barzagli a gara in corso il dato iniziale, quello di undici stranieri ed un italiano in campo, merita di essere approfondito perché non è un segreto che tutti i successi nella storia della Juve nascano da una solida base azzurra.

Infortuni e ricambio generazionale non sono gli unici motivi dell’ennesimo cambio di pelle bianconera. Vero che una volta la BBC era praticamente inossidabile, così come Buffon alle loro spalle. Vero anche che qualche anno fa era Storari a fare da vice al numero uno bianconero mentre negli ultimi anni sono arrivati Neto prima e Szczesny poi. I tempi, però, cambiano e se Conte nel 2012 scese in campo con una formazione composta soltanto da calciatori italiani (il 19 febbraio contro il Catania) adesso il trend si è decisamente invertito.

Come abbiamo già avuto modo di analizzare nelle scorse settimane c’è un problema di qualità che investe sia il calcio italiano e, di riflesso, la Juve. Oggi gli italiani ‘da Juve’ si contano sulle dita di una mano. Fanno eccezione, per ora, Bernardeschi e Rugani che potranno rappresentare il futuro bianconero e azzurro ma non sono ancora considerati pronti per un ruolo di prima fascia né nel club né tantomeno in nazionale. In Italia serve tempo perché anche a 23/24 anni si è considerati giovani e la speranza della Signora è che elementi come Berna e Rugani possano concorrere a costituire lo zoccolo duro della Juve che verrà proprio come Caldara e Spinazzola che a fine anno torneranno a Torino. Il resto degli italiani in rosa è coperto dalla vecchia guardia che è praticamente tutta over 30. Buffon appenderà i guantoni al chiodo al termine della stagione, Marchisio sembra escluso dal progetto tecnico bianconero mentre la carta d’identità di Chiellini e Barzagli viaggia ben sopra i 30.

Non è un caso che per la prossima stagione la Juve non cerchi solo italiani ‘fatti e finiti’ (come ad esempio Darmian) ma si sia buttata anche alla ricerca di altri azzurri di qualità e prospettiva, basti pensare a Cristante, oppure Barella e, appunto, a Caldara e Spinazzola, già sotto contratto. I successi della Juve si basano tutti sul ‘Made in Italy’ e da questo la Juve deve ripartire. Guardando al futuro, quello di ieri sera dovrebbe essere il ‘punto più basso’ che la Juve toccherà nei prossimi anni. Due italiani sono già sicuri di arrivare, altri come Barella e Cristante sono sul taccuino dei bianconeri. Tutti questi giocatori devono ancora dimostrare di essere da Juve ma sono comunque il meglio che il nostro calcio offre in prospettiva futura. I successi degli anni a venire dipendono anche e soprattutto da loro perché una Juve senza italiani significa spesso una Juve senza successi.

@lorebetto