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“I 45 minuti che abbiamo giocato, senza intensità emotiva e senza mordente fanno capire che dobbiamo assolutissimamente migliorare nel senso di responsabilità. Negli altri anni avevamo un approccio ed una condizione che ti permettevano di vincere le gare. Quest’anno se non siamo sul pezzo e non siamo concentrati non le partite vinciamo. Dobbiamo fare una retromarcia, tornare più umili con il modo di pensare e capire che se non facciamo questo tipo di ragionamento rischiamo di naufragare e fare una figura da pellegrini.” Queste parole Gigi Buffon avrebbe potuto tranquillamente pronunciarle nel post partita di ieri a Marassi quando invece di fronte alle telecamere si è presentato Giorgio Chiellini. Le frasi del difensore bianconero, tuttavia, non sono state molto diverse da quelle citate qua sopra, parole che Buffon pronunciò dopo la famosa sconfitta contro il Sassuolo nel 2015.

 PARALLELO - "L'anno scorso abbiamo svoltato con il nuovo modulo a cinque stelle, con tanti giocatori offensivi in campo, ma a ben vedere non subivamo mai gol. Eravamo una squadra unita, stretta, equilibrata. Quest'anno ci manca quel pizzico di attenzione, di voglia di arrivare in tutti i modi al risultato. Dobbiamo riflettere, ci manca quel qualcosa che non ci permette di raccogliere punti quando si alza il livello di difficoltà. Quest'anno c'è un gap enorme tra le prime e le altre squadre della classifica, non è così facile perdere punti, quindi a maggior ragione dobbiamo tirare fuori qualcosa in più per vincere lo scudetto a maggio.” Le parole cambiano ma il significato resta praticamente immutato. Due anni fa la situazione di classifica dei bianconeri era decisamente più precaria rispetto a quella odierna ma esistono diversi punti di contatto tra la Juventus di due anni fa e quella di oggi. Dopo la sconfitta di Marassi è palese come il primo nodo da sciogliere in casa bianconera sia mentale prima ancora che tecnico. Sia Buffon che Chiellini lo hanno sottolineato - oggi come allora - ma le parole del difensore rilasciate nel post partita di Marassi svelano anche i nuovi equilibri che stanno nascendo all’interno dello spogliatoio bianconero.

PROSSIMO CAPITANO – Quando Buffon appenderà i guantoni al chiodo al termine della stagione sarà Chiellini a prenderne l’eredità non solo in senso materiale, ovvero mettendosi al braccio quella fascia che dal 2012 è legata attorno al braccio di Gigi, ma anche a livello di leadership. Dopo la partenza di Bonucci e con Marchisio relegato ai margini del progetto tecnico di Allegri sarà Chiellini a caricarsi sulle spalle onori ed oneri della fascia da capitano della Juventus. Quello di ieri non è stato altro che un passaggio di consegne anticipato di sei mesi rispetto alla fine della stagione. Quando le cose andranno bene, ma soprattutto quando le cose andranno male, sarà Chiellini che dovrà cercare di fare da collante. Non è un caso che entrambi non abbiano cercato alibi dopo due sconfitte pesanti e segnanti. Sia Buffon che Chiellini hanno parlato di problemi di mentalità, approccio, personalità e capacità di reagire. Sono questi i tasti su cui battere se davvero i bianconeri vorranno portare a casa il settimo scudetto consecutivo e la definitiva consacrazione europea. Come Buffon due anni fa, anche Chiellini ci ha messo la faccia parlando prevedibilmente prima al resto della squadra, chiusa nello spogliatoio di Marassi, e poi di fronte alle telecamere. Dopo Sassuolo la Juve rispose presente iniziando un filotto di vittorie che prese il via con i tre punti conquistati allo scadere nel derby di Torino. Mercoledì c’è invece il test Barcellona, servirà anche quello per capire come i bianconeri hanno reagito alla prima strigliata pubblica del loro prossimo capitano.

@lorebetto