L'INSOSTITUIBILE DI MAX - Di un Mandzukic “non ancora al 100%” aveva parlato anche Max Allegri alla vigilia della sfida contro Gasperini, preannunciando un ballottaggio con Higuain che alla fine non si è realizzato. Eccoli tutti e due in campo allora, in un ritorno al 4-2-3-1 che tanto bene aveva fatto nella scorsa stagione. Altri tempi, perché il paragone con il gigante croato visto un anno fa appare al momento impietoso. Eppure, l’allenatore sembra comunque non poterne fare a meno, pur con il serbatoio vuoto. Le ragioni sono di natura fisica, più che tecnica: è innegabile che Mandzukic aumenti di gran lunga il peso specifico di un attacco che in sua assenza appare fin troppo “leggerino”. Con Dybala e Douglas Costa contemporaneamente in campo - tralasciando un Higuain totale ma che non ha mai avuto la sponda nelle proprie corde - Mario rimane l’unica alternativa tattica ad un gioco “palla a terra”. Necessario, soprattutto contro squadre che (come l’Atalanta ieri sera) decidono di francobollare Pjanic chiudendo uno dei principali rubinetti della Juve. Difficile, insomma, vedere l’ormai ex centravanti di Slavonski Brod in panchina, anche in un periodo tutt’altro che brillante. Per il momento un Mandzukic a mezzo servizio basta e avanza, ma i match decisivi della stagione sono alle porte e - a maggior ragione dopo la sosta - la Juve avrà bisogno del miglior numero 17. Assolutamente decisivo nei quarti di Champions League dello scorso anno (ricordate di chi fu l’assist per il secondo gol di Dybala al Barcellona?) e adesso chiamato ad un nuovo magic moment.
@mcarapex
